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Autore Intercettazioni, Gea e quant'altro
gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 26-07-2007 09:24  
Moggi con Lele Mora:
«Ora recito in un film sul calcio» L'ex dg della Juve: «Farò "L'allenatore nel pallone 2"». Il protagonista è ancora Lino Banfi: «Non ne so niente» STRUMENTIVERSIONE STAMPABILEI PIU' LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO
MILANO — Ci sarà mezzo calcio italiano. Di oggi e di ieri. E forse pure qualche leggenda oltreoceano. Si parla di Del Piero, Gattuso, Totti, Zambrotta, Materazzi. Ma pure Pruzzo, Ancelotti, Graziani. Per la panchina, ha già detto sì Carlo Mazzone. Come la guest star Paulo Roberto Falcao. Si sogna perfino Pelè. Ma non poteva bastare. Nel seguito del film cult sulla unica e vera passione del Belpaese serviva qualcosa in più. Perché L'allenatore nel pallone Oronzo Canà non poteva far finta di niente davanti a Calciopoli. Lui che oltre vent'anni fa si rifiutava di affondare la Longobarda Football club mandando in campo Aristoteles, oggi potrebbe trovarsi di fronte l'ex deus ex machina del pallone italico: Luciano Moggi. «Non ne so niente, non mi risulta», sostiene Lino Banfi, che nel frattempo ha perso i baffi di Nonno Libero insieme a qualche chilo per rientrare il 20 agosto, data di inizio riprese, nella maglia del mai dimenticato Oronzo. Sorride invece Lucianone, che racconta di aver ricevuto la proposta tempo fa dal regista Sergio Martino, «eravamo in aereo» e gli avrebbe telefonato anche Banfi. Ma placido aggiunge: «Non cambio professione, è solo un diversivo, in attesa che mi tolgano la squalifica ». Nessuna vita nuova per l'ex dg bianconero. Almeno così dice lui, «la mia passione è sempre una, il calcio, non sono un attore, vado solo a divertirmi». Chi crede in lui, e molto, e la pensa diversamente, è un amico di vecchia data, Lele Mora, tanto che appena una settimana fa è diventato ufficialmente il suo agente, come annuncia anche sul settimanale StarTv. «Ci conosciamo da una vita e tra noi ci sono sempre stati grande stima e rispetto», dice. Per questo, «ora che vuole divertirsi e fare cose che non poteva fare prima», Lele Mora gli dà una mano. Così come sta già facendo con l'ex numero uno di Bpi Gianpiero Fiorani, nuovo «divo» della movida estiva diviso tra Billionaire e villa Mora a Porto Cervo. Ma Moggi, in discoteca con aspiranti starlette sulle ginocchia ancora non s'è visto. Lui per ora preferisce il low profile. Eintanto, per L'allenatore nel pallone 2 non ha ancora detto né sì né no, perché il copione ancora non l'ha ricevuto e non sa proprio quale potrebbe essere la sua parte, «voglio prima vedere di cosa si tratta, lo spettacolo non è il mio mondo perciò mi sono affidato a Lele».

E Mora, che tiene molto al suo nuovo acquisto, aggiunge: «Luciano è il più grosso personaggio del calcio italiano che ha contribuito a rendere ancora più grande e grazie a lui tanti calciatori sono diventati grandi: voglio che nel film abbia una parte importante, non voglio ironia o prese in giro, Moggi va trattato con rispetto». Però all'ex dg juventino non dispiacerebbe ritrovarsi sul set con Del Piero, Totti, Gattuso... «bè, sarei in buona compagnia e trattare con i giocatori è una cosa che so fare». Ma il cinema non è nel suo futuro. Lo ripete: «Io vado a divertirmi». Perché l'ultimo pensiero è sempre per il suo mondo, nonostante tutto: «Con me hanno combinato di tutto, ma chi comandava prima comanda anche ora», però «la passione per questo sport non si è mai spenta». Ora fa l'opinionista, «ma sto lì e aspetto, saranno costretti a togliermi la squalifica ». E poi? «Poi, ne riparliamo ».

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Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è

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Valparaiso

Reg.: 21 Lug 2007
Messaggi: 4447
Da: Napoli (es)
Inviato: 26-07-2007 09:27  
Peccato, in fondo me lo sentivo che il film sarebbe stato una cazzata, ma pensavo comunque di vederlo.

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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 26-07-2007 09:33  
almeno non potrai uscire dalla sala lamentandoti che ti hanno rubato i soldi del biglietto.
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stilgar

Reg.: 12 Nov 2001
Messaggi: 4999
Da: castelgiorgio (TR)
Inviato: 26-07-2007 10:39  
Fonte: L'Espresso

Pasticca nerazzurra
di Alessandro Gilioli
Pillole nel caffè. Che Herrera dava ai giocatori. Molti dei quali sono morti. Un ex racconta il doping della Grande Inter. E chiama in aula tutti i campioni di allora colloquio con Ferruccio Mazzola

Sono campioni che hanno fatto la storia del calcio italiano quelli che passeranno, uno dopo l'altro, in un'aula del tribunale di Roma a parlare di doping. Come Giacinto Facchetti, splendido terzino sinistro e oggi presidente dell'Inter; o come Sandro Mazzola, Mariolino Corso, Luis Suarez. E ancora: Tarcisio Burnich, Gianfranco Bedin, Angelo Domenghini, Aristide Guarneri. Tutti chiamati a testimoniare da un loro compagno di squadra di allora, Ferruccio Mazzola, fratello minore di Sandro, che vuole sentire dalla loro voce - e sotto giuramento - la verità su quella Grande Inter che negli anni '60 vinse in Italia e nel mondo. «Non l'ho cercato io, questo processo: mi ci hanno tirato dentro. Ma adesso deve venire fuori tutto», dice Ferruccio.

A che cosa si riferisce, Mazzola?
«Sono stato in quell'Inter anch'io, anche se ho giocato poco come titolare. Ho vissuto in prima persona le pratiche a cui erano sottoposti i calciatori. Ho visto l'allenatore, Helenio Herrera, che dava le pasticche da mettere sotto la lingua. Le sperimentava sulle riserve (io ero spesso tra quelle) e poi le dava anche ai titolari. Qualcuno le prendeva, qualcuno le sputava di nascosto. Fu mio fratello Sandro a dirmi: se non vuoi mandarla giù, vai in bagno e buttala via. Così facevano in molti. Poi però un giorno Herrera si accorse che le sputavamo, allora si mise a scioglierle nel caffè. Da quel giorno "il caffè" di Herrera divenne una prassi all'Inter».

Cosa c'era in quelle pasticche?
«Con certezza non lo so, ma credo fossero anfetamine. Una volta dopo quel caffè, era un Como-Inter del 1967, sono stato tre giorni e tre notti in uno stato di allucinazione totale, come un epilettico. Oggi tutti negano, incredibilmente. Perfino Sandro...».

Suo fratello?
«Sì. Sandro e io, da quando ho deciso di tirare fuori questa storia, non ci parliamo più. Lui dice che i panni sporchi si lavano in famiglia. Io invece credo che sia giusto dirle queste cose, anche per i miei compagni di allora che si sono ammalati e magari ci hanno lasciato la pelle. Tanti, troppi...».

A chi si riferisce?
«Il primo è stato Armando Picchi, il capitano di quella squadra, morto a 36 anni di tumore alla colonna vertebrale. Poi è stato il turno di Marcello Giusti, che giocava nelle riserve, ucciso da un cancro al cervello alla fine degli anni '90. Carlo Tagnin, uno che le pasticche non le rifiutava mai perché non era un fuoriclasse e voleva allungarsi la carriera correndo come un ragazzino, è morto di osteosarcoma nel 2000. Mauro Bicicli se n'è andato nel 2001 per un tumore al fegato. Ferdinando Miniussi, il portiere di riserva, è morto nel 2002 per una cirrosi epatica evoluta da epatite C. Enea Masiero, all'Inter tra il '55 e il '64, sta facendo la chemioterapia. Pino Longoni, che è passato per le giovanili dell'Inter prima di andare alla Fiorentina, ha una vasculopatia ed è su una sedia a rotelle, senza speranze di guarigione...».

A parte Picchi e forse Tagnin, gli altri sono nomi meno noti rispetto ai grandi campioni.
«Perché le riserve ne prendevano di più, di quelle pasticchette bianche. Gliel'ho detto, noi panchinari facevamo da cavie. Ne ho parlato per la prima volta qualche mese fa nella mia autobiografia ("Il terzo incomodo", scritto con Fabrizio Càlzia, Bradipolibri 2004, ndr), che ha portato al processo di Roma».

Perché?
«Perché dopo la pubblicazione di quel libro mi è arrivata la querela per diffamazione firmata da Facchetti, nella sua qualità di presidente dell'Inter. Vogliono andare davanti al giudice? Benissimo: il 19 novembre ci sarà la seconda udienza e chiederemo che tutti i giocatori della squadra di allora, intendo dire quelli che sono ancora vivi, vengano in tribunale a testimoniare. Voglio vedere se sotto giuramento avranno il coraggio di non dire la verità».

Ma lei di Facchetti non era amico?
«Sì, ma lasciamo perdere Facchetti, non voglio dire niente su di lui. Sarebbero cose troppo pesanti». Pensa che dal dibattimento uscirà un'immagine diversa dell'Inter vincente di quegli anni? «Non lo so, non mi interessa. Se avessi voluto davvero fare del male all'Inter, in quel libro avrei scritto anche tante altre cose. Avrei parlato delle partite truccate e degli arbitri comprati, specie nelle coppe. Invece ho lasciato perdere...».

Ma era solo nell'Inter che ci si dopava in quegli anni?
«Certo che no. Io sono stato anche nella Fiorentina e nella Lazio, quindi posso parlare direttamente anche di quelle esperienze. A Firenze, il sabato mattina, passavano o il massaggiatore o il medico sociale e ci facevano fare delle flebo, le stesse di cui parlava Bruno Beatrice a sua moglie. Io ero in camera con Giancarlo De Sisti e le prendevamo insieme. Non che fossero obbligatorie, ma chi non le prendeva poi difficilmente giocava. Di quella squadra, ormai si sa, oltre a Bruno Beatrice sono morti Ugo Ferrante (arresto cardiaco nel 2003) e Nello Saltutti (carcinoma nel 2004). Altri hanno avuto malattie gravissime, come Mimmo Caso, Massimo Mattolini, lo stesso De Sisti...».

De Sisti smentisce di essersi dopato.
«"Picchio" in televisione dice una cosa, quando siamo fuori insieme a fumare una sigaretta ne dice un'altra...».

E alla Lazio?
«Lì ci davano il Villescon, un farmaco che non faceva sentire la fatica. Arrivava direttamente dalla farmacia. Roba che ti faceva andare come un treno».

Altre squadre?
«Quando Herrera passò alla Roma, portò gli stessi metodi che aveva usato all'Inter. Di che cosa pensa che sia morto il centravanti giallorosso Giuliano Taccola, a 26 anni, durante una trasferta a Cagliari, nel '69?».

Ma secondo lei perché ancora adesso nessuno parlerebbe? Ormai sono - siete - tutti uomini di sessant'anni...
«Quelli che stanno ancora nel calcio non vogliono esporsi, hanno paura di rimanere tagliati fuori dal giro. Sono tutti legati a un sistema, non vogliono perdere i loro privilegi, andare in tv, e così via. Prenda mio fratello: è stato trattato malissimo dall'Inter, l'hanno cacciato via in una maniera orrenda e gli hanno perfino tolto la tessera onoraria per entrare a San Siro, ma lui ha lo stesso paura di inimicarsi i dirigenti nerazzurri e ne parla sempre benissimo in tv. Mariolino Corso, uno che pure ha avuto gravi problemi cardiaci proprio per quelle pasticchette, va in giro a dire che non mi conosce nemmeno. Anche Angelillo, che è stato malissimo al cuore, non vuole dire niente: sa, lui lavora ancora come osservatore per l'Inter. A parlare di quegli anni sono solo i parenti di chi se n'è andato, come Gabriella Beatrice o Alessio Saltutti, il figlio di Nello. È con loro che, grazie all'avvocato della signora Beatrice, Odo Lombardo, ora sta nascendo un'associazione di vittime del doping nel calcio».

Certo, se un grande campione come suo fratello fosse dalla vostra parte, la vostra battaglia avrebbe un testimonial straordinario...
«Per dirla chiaramente, Sandro non ha le palle per fare una cosa così».

E oggi secondo lei il doping c'è ancora?
«Sì, soprattutto nei campionati dilettanti, dove non esistono controlli: lì si bombano come bestie. Quello che più mi fa male però sono i ragazzini...».

I ragazzini?
«Ormai iniziano a dare pillole e beveroni a partire dai 14-15 anni. Io lavoro con la squadra della Borghesiana, a Roma, dove gioca anche mio figlio Michele, e dico sempre ai ragazzi di stare attenti anche al tè caldo, se non sanno cosa c'è dentro. Ho fatto anche una deposizione per il tribunale dei minori di Milano: stanno arrivando decine di denunce di padri e madri i cui figli prendono roba strana, magari corrono come dei matti in campo e poi si addormentano sul banco il giorno dopo, a scuola. Ecco, è per loro che io sto tirando fuori tutto».
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Profundis - L'anima nera della rete

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Valparaiso

Reg.: 21 Lug 2007
Messaggi: 4447
Da: Napoli (es)
Inviato: 26-07-2007 11:02  
Il doping nel calcio purtroppo è un discorso che non si vuole affrontare. Girano troppi soldi. Nonostante ci siano sospetti sulle morti di parecchi ex-calciatori, i controlli si fanno "mirati", o si prende un capro espiatorio per dare a vedere che non si sta con le mani in mano, e non si fa uno studio serio del fenomeno...

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pensolo

Reg.: 11 Gen 2004
Messaggi: 14685
Da: Genova (GE)
Inviato: 26-07-2007 11:45  
Sta cosa del fratello di Mazzola è vecchia come il cucco..solo stilgar l'ha scoperta oggi. Si sa che è da tempo in rotta col suo più famoso parente...chissà perchè ci ha messo più d quarantanni per tirare fuori la storiella.
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Bart,voglio condividere con te le tre massime indispensabili per andare avanti nella vita.N°1:"Mi raccomando coprimi" N°2: "Miticooo!Ottima idea capo" N°3:"Era già così quando sono arrivato io"

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badlands

Reg.: 01 Mag 2002
Messaggi: 14498
Da: urbania (PS)
Inviato: 26-07-2007 13:41  
infatti la sapevo pure io.
ma poi manco sarà vero,in fodno solo nel ciclismo c'è doping...
ciao!

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stilgar

Reg.: 12 Nov 2001
Messaggi: 4999
Da: castelgiorgio (TR)
Inviato: 26-07-2007 15:19  
quote:
In data 2007-07-26 11:45, pensolo scrive:
Sta cosa del fratello di Mazzola è vecchia come il cucco..solo stilgar l'ha scoperta oggi. Si sa che è da tempo in rotta col suo più famoso parente...chissà perchè ci ha messo più d quarantanni per tirare fuori la storiella.



Non l'ho scoperta oggi, ho solo riportato un articolo uscito sull'Espresso.
A pè, ce vedi...!?
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badlands

Reg.: 01 Mag 2002
Messaggi: 14498
Da: urbania (PS)
Inviato: 26-07-2007 19:42  
forse credeva che dirigi tu l'espresso
ciao!

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pensolo

Reg.: 11 Gen 2004
Messaggi: 14685
Da: Genova (GE)
Inviato: 26-07-2007 19:53  
quote:
In data 2007-07-26 15:19, stilgar scrive:
Non l'ho scoperta oggi, ho solo riportato un articolo uscito sull'Espresso.
A pè, ce vedi...!?



Uscito quando? E poi chennesò che non l'hai letto ieri?

Comunque che io sappia è saltata fuori almeno un paio di annetti fa...

Certo che è paradossale che sia stato proprio l'Espresso a pubblicare la vicenda delle pillole nel caffè.



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Hamish

Reg.: 21 Mag 2004
Messaggi: 8354
Da: Marigliano (NA)
Inviato: 27-07-2007 11:05  
Che poi si accaniscono tanto con i giocatori che fanno uso di cocaina per poi chiudere un occhi su tante altre cose...

Non fraintendetemi,fanno benissimo a punire chi fa uso di cocaina,però mi pare chiaro che chi la assume non lo fa per potenziare le proprie prestazioni sportive.E' una cosa del tutto diversa.

Tante altre cose molto più importanti dal punto di vista sportivo vengono sottovalutate come l'abuso di farmaci e il giro di prodotti strani.Ragazzi tra i 25 e i 35 anni,atleti nel pieno della forma che fanno flebo ogni settimana non mi sembra una cosa normale...Personalmente ne faccio una questione generale,di sistema.Non mi riferisco ad un club in particolare.

Comunque tendo a credere all'intervista riportata sopra in quanto c'era molta ignoranza e superficialità a quei tempi su certi argomenti.Inoltre i controlli scarseggiavano e non si era nemmeno consapevole dei danni che certe pratiche procuravano.

Detto tra noi non ne farei nemmeno una questione legata all'inter.Credo che queste cose fossero abbastanza diffuse all'epoca più o meno tra tutti i club.Sostenere che nel trentennio 60-90 (ma volendo anche prima e dopo) non ci sia stato doping un pò a tutti i livelli è assurdo.

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sloberi

Reg.: 05 Feb 2003
Messaggi: 15093
Da: San Polo d'Enza (RE)
Inviato: 29-07-2007 01:54  
non dite queste cose a tomthom che altrimenti non segue più il calcio
_________________
E' ok per me!

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stilgar

Reg.: 12 Nov 2001
Messaggi: 4999
Da: castelgiorgio (TR)
Inviato: 31-07-2007 15:32  
Da Libero:

Senza prove non si può condannare nessuno: anche la Fia smonta il teorema
di Calciopoli di LUCIANO MOGGI
 C'è voluta la vicenda della spy story di F1 per restituire il
maltolto alle tesi per le quali io e pochi altri ci siamo battuti e
continueremo a batterci per dimostrare l'incongruità delle sentenze di
Calciopoli. Parto dall'affermazione del presidente del Csai, l'italiano
Gino Macaluso: trovatosi solo a sostenere la colpevolezza della McLaren e
la consequenzialità di adeguate sanzioni, una volta respinte le sue
posizioni ha osservato che «la Juve era andata in serie B per molto meno,
per delle supposizioni». Macaluso intendeva ricalcare la differenza: la
Juve (e i suoi dirigenti) condannati su supposizioni e quindi senza uno
straccio di prova, la McLaren assolta, perché i componenti del consiglio
straordinario della Fia chiamati a pronunciarsi (24 su 25, escluso cioé
Macaluso) si sono convinti che non c'erano "prove sufficienti" per
condannare. Non c'erano cioè prove che le informazioni oggetto
dell'inchiesta fossero state usate "in modo improprio" dalla scuderia
anglo-tedesca per trarne un vantaggio a danno della Ferrari. È proprio sul
parametro della mancanza di "prove sufficienti", assai importante anche
solo sul piano logico, che tanti ora dovrebbero riflettere, a cominciare
dal "Palazzo di vetro" (leggasi: Gazzetta dello Sport), che invece di
provare a farsi un esame di coscienza, ironizza come al solito, credendo
di far sorridere (tentativo ovviamente falllito,) quando osserva che
"fossero stati quelli della Fia a giudicare lo scandalo calcio, Moggi a
quest'ora sarebbe presidente della Repubblica". Anche se l'osservazione mi
sembra impropria , credo che "Palazzo di vetro" abbia capito tante cose:
nello specifico, in caso di una mia candidatura alle elezioni politiche
sarei senza dubbio eletto (grazie anche ai racconti della Gazzetta!?).
Vorrei suggerire a "Palazzo di vetro" di correggere quella sua lezione di
ironia e di chiedersi invece, come fa Paolo Bertinetti presidente
dell'Associazione Amici della Juventus, su Tuttosport, "cosa sarebbe
successo se un tribunale sportivo europeo avesse dovuto pronunciarsi su
Calciopoli a seguito di una causa intentata dalla Juventus". Non voglio
soffermarmi sulle precisazioni che il presidente della Corte Federale,
Piero Sandulli fece al "Romanista" circa l'assoluta regolarità dei
campionati, e nemmeno rimarcare che nelle migliaia di pagine
dell'inchiesta non è stato trovato un solo caso di articolo 6, quello che
configura l'illecito sportivo, ma solo casi da articoli 1 (che configurano
l'ipotesi della cosiddetta slealtà sportiva e che non possono essere
cumulati per trasformarli in articolo 6). Voglio far mie invece le
osservazioni di Bertinetti, quando mettendo a raffronto il caso McLaren e
Calciopoli, sottolinea la gravità del "linciaggio, come per la Juve l'anno
scorso, quando si viene impiccati senza prove". A Bertinetti non è
sfuggita la differenza tra la posizione ultradifensiva assunta dalla
McLaren ("non è stato provato che sia stato fatto qualcosa di illegale") e
quella dell'avv. Zaccone e della sua richiesta di serie B con
penalizzazione, cioé di ammissione di colpa. Montezemolo ha tuonato contro
la sentenza McLaren, ma fa bene Bertinetti a meravigliarsi che il
presidente della Fiat e della Ferrari non si attivi per chiedere parità di
trattamento davanti a un tribunale europeo: perché quello che vale per la
McLaren dovrebbe valere anche per la Juventus, anche a distanza di tempo e
a vangelo voltato. Disse De Biase, il magistrato che si occupò dello
scandalo scommesse del 1980: «In Calciopoli ci vedo poco e quasi niente,
materia tutt'al più per qualche penalizzazione di un paio di punti».
Quelli che comandavano e continuano a coman- dare hanno voluto invece
vederci ben altro. Una rivoluzione mediatica per eliminare chi, forse per
troppa bravura, dava fastidio a mediocri e a spreconi di risorse. Vorrei
infine ricordare a "Palazzo di vetro" (visto che si è dimenticato di
renderne edotti i propri lettori) che il 21 giugno 2007 la Corte d'Appello
Federale, presieduta da Sandulli, ha riconosciuto il difetto di
giurisdizione facendo una marcia indietro integrale, rilevando infatti lo
status al momento della proposizione del deferimento considerando come io
fossi dimissionario dal maggio 2006. Giova inoltre ricordare che il
procedimento da cui scaturisce l'ultima pronuncia nasce ugualmente dagli
atti di indagine meglio noti come Calciopoli, che origina un'ovvia
riflessione: come mai Sandulli, in qualità di pre- sidente della Corte
d'Appello, non riconobbe durante il processo dell'agosto 2006 il difetto
di giurisdizione al contrario di quanto fatto oggi? Forse se in
quell'agosto 2006 Moggi non fosse stato in mezzo all'arena, probabilmente
i processi sportivi (?) avrebbero perduto molto interesse. Che stia per
cadere Moggiopoli ? Un altro nodo giunto al pettine è quello delle
intercettazioni. Il coinvolgimento di politici al massimo livello sembra
aver risvegliato finalmente le coscienze sull'insidiosità del fenomeno e
(udite, udite) anche sulla violazione della privacy. Quando lo dicevo io,
nessuno sembrava preoccuparsene. Nessuno eccepì nulla sul fatto che un
grande gruppo editoriale mise alle stampe non uno, ma due robusti
fascicoli sulle intercettazioni dell'inchiesta. Era il mostro da sbattere
in prima pagina, secondo le regole brute di un circuito mediatico che non
dovrebbe avere acco- glienza in un Paese democratico. Forse se ne sono
resi conto adesso anche D'Alema e Fassino. Ma anche per le intercettazioni
esistono due verità e due giustizie: quella dei cittadini comuni, tra i
quali mi pongo, e quella dei politici, che vanno per tutt'altra strada.
Addirittura oggi si scomoderà il Governo per votare la procedibilità o
meno, e sembra che parte della destra sia dalla parte di Fassino e
D'Alema. Buffo, no? Provate a chiedere poi di chi sia la colpa della
pubblicazione delle telefonate intercettate: ne ricaverete solo un
palleggiamento di responsabilità fino a giungere alla soluzione
liberatoria: non erano più coperte dal segreto istruttorio. Già, ma
puntualmente le pubblicazioni avvengono sempre prima. Un saluto infine a
quei 5000 lettori che mi hanno rivolto gli auguri di compleanno. Non
potendo ringraziarli di persona, lo faccio dalle pagine di questo giornale.


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Profundis - L'anima nera della rete

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mutaforme

Reg.: 25 Lug 2002
Messaggi: 4608
Da: Monte Giberto (AP)
Inviato: 04-08-2007 02:06  
Povera vittima del sistema...le schede Riiing (http://www.riiing.org/DspCat.jsp?idpadre=7 ) le comprava per collezione?

Comunque questo a Moggi gli fa una pippa
http://dailymotion.alice.it/lupodellasteppa74/video/x177a9_rigore-incredibile_fun

_________________
One more thing...

Jokerman dance to the nightingale tune,
Bird fly high by the light of the moon,
Oh, oh, oh, Jokerman.

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Drugo80


Reg.: 10 Ott 2004
Messaggi: 536
Da: pavia (PV)
Inviato: 19-09-2007 02:30  
quote:
In data 2007-07-01 16:51, sloberi scrive:
ci vuole solo un idiota per credere ancora che moggi & co siano vittime

posso anche credere che siano capri espiatori di un sistema molto più malato di quello che si pensa (che poi in realtà è molto probabile sia così) ma le barzellette lasciatele agli altri

tipo agli interisti che ancora credono nel buon Moratti...



leggiti almeno uno di quei 2 libri,e ce ne sarebbe un terzo, prima di scrivere a vanvera


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