Titolo film: |
Chocolat |
Opinioni presenti: |
118 |
Media Voto: |
8 - |
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Attenzione: nei testi delle seguenti opinioni, potresti trovare parti rivelatorie del film.
Il parere di emidioserbelloni, 86 anni, roma (RM)
Il Diavolo veste di Rosso |
Voto 7 di 10 |
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Vianna (Giulietta Binoche) è una girovaga meticcia che approda sull’onda del vento in un tranquillo paese della Francia, sul finire degli anni Cinquanta. Qui porterà lo scompiglio e l’immoralità, mettendo a dura prova la pazienza del Sindaco, nobiluomo integerrimo di specchiati princìpi morali. La sciagurata cioccolataia profonde nefandezze e sozzure a piene mani: vende dolci nel periodo di Quaresima, disprezzando la Messa e i Sacramenti, propina intrugli afrodisiaci per risvegliare gl’istinti lascivi e peccaminosi di anziani morigerati dai sensi sopiti, distrugge un matrimonio e cagiona la dipartita di una povera vecchia diabetica a cui somministra dolciumi e leccornie. Non paga, la svergognata amoreggia con un capo zingaro inviso alla collettività, horresco referens, sotto gli occhi innocenti di una figlia naturalmente illegittima, frutto di un peccato al di fuori del matrimonio.
La pellicola rappresenta con efficacia il dualismo tra i due personaggi antitetici, raffigurando i vizi dell’una contrapposti alle virtù dell’altro: da un lato l’ateismo iconoclasta della sconcia corruttrice, dall’altro la probità del Conte Sindaco, chino perennemente sulle sue carte di lavoro, dedito al bene comune e alla Chiesa: un paladino della Moralità e un modello per i suoi concittadini. Le vistose scarpe rosse della protagonista, simbolo iconico di volgarità e inverecondia, e di un’esistenza condotta all’insegna del vizio e della lussuria, si contrappongono alla sobrietà dei completi grigi del Primo Cittadino, che ha fatto del senso del dovere una missione di vita. Una dicotomia tra Male e Bene che rappresenta la chiave di lettura di questa educativa narrazione, che ci vuole far comprendere quanto sottili e subdole possano essere le armi del maligno, e come esso possa manifestarsi sotto le aggraziate sembianze di una cioccolataia dall’apparenza innocua.
L’appalesarsi e il disparire improvviso della protagonista in occasione del vento del nord, nonché l’atmosfera favolistica, ci fa inevitabilmente tornare alla mente la vicenda di Maria Poppìn, narrata nel film della Disney. Finanche la comune capacità di corrompere e distruggere comunità ordinate e laboriose con scientifica determinazione e la propensione per diaboliche pratiche di stregoneria, rappresentano un’interessante analogia che accomuna le due empie femmine e le rende somiglianti. Opera cinematografica istruttiva e complessivamente ben realizzata soprattutto nella fotografia e nelle ambientazioni, criticabile però per alcune sequenze spinte. Consigliata ad un pubblico adulto.
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Questa opinione è stata scritta da:
emidioserbelloni
86 anni
roma (RM). |
(8 Febbraio 2012) |
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