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Grizzly man
Sicuramente Timothy Treadwell non aveva mai dato ascolto a quanto un secolo prima diceva il famoso scrittore Samuel Butler, e cioè che "A parte l'uomo, tutti gli animali sanno che lo scopo della vita è godersela". Ed i piaceri per un orso in Alaska sono ben pochi, oltre a riprocreare infatti c'è il mangiare. E se in un periodo in cui la selvaggina latita, un uomo gli gironzola sempre intorno con fare disinvolto, prima o poi è normale che diventi ai loro occhi un bocconcino appetitoso.
Così è morto nel 2003, assieme alla sua ragazza, Timothy, che dal 1990 ha alternato ad una vita nei grandi centri urbani, dei lunghi periodi nella foresta a contatto con i grizzly. Campeggio libero il suo, prima nell'aree protette dai guardiacaccia, poi in aperta boscaglia. Si sentiva protettore di questi animali, e a poco a poco anche loro simile. Una missione ambientalista che cercasse di salvaguardare attraverso la sua presenza, le interferenze dell'uomo in quegli ambienti. Insomma, un paradosso.
Questo almeno è ciò che emerge dal documentario realizzato da Werner Herzog. Alternando interviste fatte a chi conobbe questo eccentrico personaggio alle riprese fatte da Timothy stesso in quei luoghi, il grande cineasta tedesco ci propone una calibrata analisi sull'uomo e le sue mille declinazioni. Lavorando infatti per sottrazione, ovvero lasciando capire attraverso accurate scelte di montaggio come in realtà non fossero gli orsi ad aver bisogno di Timothy per proteggersi, ma lui di loro per sentirsi realizzato in una vita che lo aveva sempre messo ai margini,"Grizzly man" diventa l'ennesimo personaggio nemico delle convezioni della filmografia di Herzog dopo Kaspar Hauser, Fitzcarraldo e Dieter Dengler.
Nelle bellissime immagini raccolte dall'attivista ambientalista il vero punto di riferimento diventa l'attivista ambientalista spesso. Lui che si sistema i capelli prima di entrare in video, lui che ripete dodici volte la stessa scena perché sia perfetta, lui che si rende conto di come abbia trovato in quell'ambiente la propria dimensione. Herzog con voce fuori campo narra, prende le distanze da alcuni comportamenti, ne condivide altri, e alla fine ne trae anche una morale della favola.Forse però non ce n'era bisogno. In fondo Treadwell sapeva raccontarsi benissimo...
La frase: "Prima non avevo una vita, ora ce l'ho".
Andrea D'Addio
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