Venezia60: conclusione tra sorprese e scandali.
VENEZIA 60: Tutti i premi e vincitori, Il nostro Pagellone
Con gli ovvi strascichi di polemiche il festival si è chiuso. Alla vigilia belle parole di supporto alla cinematografia italiana ed ai "film per tutti", ma alla fine vincono le solite pellicole di impegno sociale e di paesi stranieri, con la piacevole eccezione della SIC e di Salvatore Mereu con il suo "Ballo a tre passi".
Al di la della domanda che sorge spontanea: perché fare due sezioni speculari? Abbiamo forse bisogno di due festival, o del doppio dei premi perché non siamo in grado di scegliere? Quest'anno i film in concorso e la sezione Controcorrente sono state portate sullo stesso piano, sia come posizionamento delle proiezioni, sia come premiazioni. Gli americani continuano a disertare la competizione perché non vogliono rischiare e cercano una semplice vetrina. Noi dividiamo i film in tante piccole parti ed il pubblico - quello che ci guarda e paga - non ci capisce nulla.
Personalmente gli scandali veri e propri sono tre. Belloccio, "Vodka Lemon" ed il premio al miglior attore per la sezione Controccorente.
Ma procediamo con ordine. Era proprio necessario dare due Leoni d'Oro a "Il ritorno"? Bel film indubbiamente, ma non secondo a "Buongiorno, Notte". Questo doppio premio ha sicuramente il sapore della beffa per Marco Belloccio (fuggito a Roma per circondarsi di estimatori, piuttosto che ricevere le mille pacche sulle spalle di conforto). A Cannes non sarebbe mai successo. Ma noi non siamo Cannes e non vogliamo esserlo. Certo, ma un accenno di supporto al nostro cinema, almeno quando meritevole, sarebbe il caso di darlo.
"Vodka Lemon", beh qui non ho parole. Pellicola del massimo impegno sociale, ma anni luce lontano da "L'amore tradotto - Lost in translation" di Sofia Coppola. E' proprio vero, una commedia non può vincere un festival delle lacrime. Vergogna!
E chiudiamo con la mancata premiazione di Bill Murray, un attore che ha saputo comunicare più con uno sguardo, sempre nel film della Coppola, che con mille parole ha valorizzato anche la prova della co-protagonista, Scarlett Johansson (lei si vincitrice), ma che forse deve ancora pagare pegno per aver girato commedie demenziali (ma molto divertenti) anni addietro.
Sperando che le voci inferocite giovino almeno alla prossima edizione e che non ci facciano fare anche l'anno prossimo dei tour de force improponibili fino alle due di notte con un calendario a dir poco "fiorito", sediamoci sul fiume ed aspettiamo i cadaveri dei nostri nemici per Venezia 61.
di Valerio Salvi
(08 Settembre 2003)
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