Angeli e Demoni
Tre anni dopo “Il codice DaVinci” tornano Ron Howard e Tom Hanks nell’adattamento cinematografico di un altro best seller scritto da Dan Brown: “Angeli e demoni”, prima avventura letteraria avente come protagonista il docente di simbologia Robert Langdon.

Città del Vaticano. Alla morte del Santo Padre vengono rapiti tutti e quattro i cardinali che dovrebbero succedergli. Opera degli Illuminati, una setta profana che vuole distruggere lo Stato del Vaticano. Per fronteggiare tale minaccia, il concistoro assolda Robert Langdon per investigare sui rapimenti e salvare la Chiesa. L’uomo quindi comincia un’indagine che lo porterà nel luogo dove è custodito un angelo...

Leggendo Angeli e demoni, come anche il successivo Il codice Da Vinci, ci si chiede, non senza un pizzico di inquietudine, fin dove uno scrittore (artista, inventore, narratore, ecc..) possa spingersi nell’utilizzare, ai soli fini dell’intrattenimento, elementi della Storia e della Religione senza rendere conto di tutto ciò che su quegli stessi elementi è stato scritto o detto precedentemente. Dan Brown, maestro dell’intrattenimento scacciapensieri, della lettura da spiaggia o da viaggio in treno, affonda ancora una volta le mani in argomenti e conoscenze che rasentano la cialtroneria e l’evidente ricostruzione storica. Lo scopo, ancora una volta, è il far parlare di sé, il muovere il seme del dubbio, infondere la teoria del complotto.

In questo caso, poi, niente di più semplice che andare a ripescare l’antico mito degli Illuminati, setta para-governativa che muoverebbe le fila del Mondo come fosse una marionetta. Ron Howard e Tom Hanks, sottostando al gioco, usano tutta la loro esperienza per replicare, di fatto, lo stesso film che nel 2006 aveva tanto fatto parlare di sé. Quello che lo spettatore si vede davanti agli occhi è un film fotocopia, avente la stessa, medesima struttura narrativa. Inseguimento iniziale, scoperta del cadavere, indagine, e luogo segreto rivelato alla fine. In questo caso non è la piramide di vetro posta davanti al Louvre, ma qualcosa di estremamente simile a livello concettuale. Basti pensare che la storia è ambientata a Roma e che l’indizio è un angelo...

Difficile non rimanere perplessi di fronte la quasi totale assenza di idee, di innovazioni e di vere emozioni. Il tutto si riduce a un film che risulta più gradevole del precedente, ma solo perché persino più improbabile.

La frase: "...Sono tornati per vendicarsi...".

Diego Altobelli

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