Angèle et Tony
L'amore di coppia, forse mai conosciuto prima e poi cercato, che diventa possibilità di riscatto umano e sociale. Per lei nasce dalla necessità di risposarsi per provare ad ottenere l'affidamento del figlio, rispettandone comunque le esigenze; per lui, perduto il padre in mare, dalla volontà di uscire da una convivenza con una madre dal forte carattere. I due sono accomunati da sconfitte, marginalità e carcere: l'una ritenuta responsabile dell'incidente che le ha ucciso il marito, l'altro per un'azione dimostrativa nell'ambito della lotta dei pescatori contro l'importazione dei prodotti ittici, da lontano e a basso costo, che rovina il mercato locale. Le forti differenze tra loro, che vivono il sesso come merce di scambio o espressione di sentimenti, sono sintetizzate nei rispettivi mezzi di trasporto, cioè una bici sui cui pedali esprimere la propria foga e una motocicletta che significa boccate di libertà.

Lungometraggio d'esordio per l'ex giornalista Alix Delaporte, che firma anche la sceneggiatura, "Angèle e Tony" ha il cielo grigio e il livido mare di una Normandia portuale (dove sono nate la mamma e la nonna della regista, che ha trascorso lì tutte le sue vacanze).
Macchina da presa ferma, in modo che il suo movimento non prenda il sopravvento su quello degli attori (combinati in un'alchimia dovuta pure al fatto che Clotilde Hesme e Gregory Gadebois, già compagni di conservatorio, nella vita sono molto amici) e di un procedere drammaturgico arricchito dal pianoforte della colonna sonora originale di Mathieu Maestracci (che non aveva mai composto prima per il cinema, come del resto è debuttante gran parte del cast tecnico), con minimalismo il film sa mettere in campo una complessa trasformazione. E, indicativamente, si apre con lo squallore di un coito occasionale consumato vestiti, in piedi, per ottenere un regalo, chiudendosi invece sul candore di un vestito da sposa, nel vento di una scura spiaggia rocciosa, illuminato da un sorriso sereno.

La frase:
- "Perchè non me l'hai detto prima? Mi hai preso per uno stronzo?"
- "Temevo che mi mandassi via"
- "Appunto, mi hai preso per uno stronzo".

Federico Raponi

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