Number 23
Vi è mai capitato di immedesimarvi talmente tanto nel personaggio principale di un libro da sembrarvi di leggere la storia della vostra vita? Oppure vi è mai capitato di essere ossessionati a tal punto da qualcosa, magari una superstizione, da condizionare ogni vostra azione?
Questo è quello che capita al protagonista del nuovo film di Joel Schumacher: Walter Sparrow amorevole padre di famiglia, interpretato dal sempre ottimo Jim Carrey.
Tutto comincia il 3 febbraio, giorno del compleanno di Sparrow, quando riceve sia il morso di un cane misterioso che un libro intitolato "The Number 23" in regalo.
Quasi in un intersecarsi di realtà parallele ci troviamo a vivere sia la vita di Sparrow, che le vicende del protagonista del libro, il detective Fingerling (interpretato sempre da Carrey), sempre più incredibilmente legate tra loro a causa della maledizione del 23, infausto numero al quale in un modo o nell'altro possiamo associare sventure di vario tipo.
Ovviamente, per generare una certa aspettativa e inquietudine, il numero compare quasi ossessivamente, in maniera esplicita e implicita, sia nella scenografia: su cartelli stradali, targhe delle auto, calendari e orologi; che nella sceneggiatura: date di nascita, somme del numero delle lettere che compongono i nomi propri, indirizzi e via dicendo.
Schumacher diversifica stilisticamente i due universi che caratterizzano il film, quello letterario di Fingerling risulta onirico e surreale, un'ambientazione favolistica e al tempo stesso dark, delineata con movimenti di macchina e montaggio molto veloci e metaforici, e uno sviluppo temporale della vicenda assai tortuoso.
L'altro universo, la vita di Sparrow, è girata in maniera molto classica, con una fotografia calda, scenografia e costumi semplici e realistici. Il continuum tra i due mondi è dato dagli attori che incarnano i vari personaggi nelle due diverse realtà. Questa diversificazione dissemina indizi per l'agnizione finale, alla quale si arriva nella seconda parte del film con una serie di spiegazioni che mettono al loro posto tutte le tessere del puzzle, ma rallentano un po' il ritmo che invece nella prima parte era sostenuto e carico di suspence.
La prova degli attori è buona in quanto nello stesso film riescono a ricoprire ruoli molto diversi tra loro ma a risultare comunque credibili. Anche se la sceneggiatura ha saccheggiato idee qua e là, e calca un pò la mano con le varie coincidenze e connessioni al numero 23, risulta essere un buon prodotto di intrattenimento.

La frase: "Il destino non esiste, esistono solo scelte diverse..."

Ilaria Ferri

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