Party monster
I due cineasti Fenton Bailey e Randy Barbato avevano già realizzato un corto, vincitore del Sundance nel '98, sui Club Kids, un gruppo di giovanissimi ragazzi newyorkesi che animavano le notti della Grande Mela all'insegna della extravaganza. Michael Alig (Macaulay Culkin), il loro uomo guida si trasforma da classico nerd sfigato in icona della notte grazie ai sapienti consigli di James St. James (Seth Green), già star delle discoteche.
Costumi sgargianti, feste a tema e droghe sintetiche sono il cocktail delle notti brave dei Club Kids che affascina tutti coloro che gli gravitano intorno in una sorta di party senza fine. In poco tempo Michael percorre una strada di eccessi che lo porterà a bruciare come una stella, oscurando anche il suo amico/compagno, ma che richiederà un pesante dazio fisico e psichico, con la conseguente spirale che lo trascinerà nell'abisso delle droghe fino all'accusa di omicidio.
La sensazione finale del film è quella di una bella idea, egregiamente realizzata, ma tirata un pò troppo per le lunghe anche perché la storia vera e propria è lineare. Alla fine la necessità di apparire, di conquistarsi un'identità, soprattutto negli anni ottanta dominati dall'immagine, in un contesto altamente depersonalizzante come la metropoli americana può portare veramente una persona fino a limiti che normalmente non sarebbero nemmeno ipotizzabili; come dice lo stesso James St. James (peraltro autore di "Disco Bloodbath" il libro da cui è tratto il film): "La strada dell'eccesso, conduce al palazzo della saggezza".
I due registi alla fine optano per un approccio quasi documentaristico, astenendosi da qualunque giudizio o bachettata.
Visivamente la pellicola è un continuo tourbillon di colori grazie soprattutto ai costumi usati nel film, circa 1.000, che peraltro costituiscono una delle spese più rilevanti del budget, in parte realizzati ed in parte presi in prestito dai Club Kids originali. Inoltre vede il ritorno sulle scene, dopo parecchi anni, di Macaulay Culkin, ex ragazzo prodigio che si dilettava nel perdere l'aereo, in ruoli estremamente lontani a quelli a cui ci aveva abituati ed un sorprendente Seth Green che dimostra la stoffa dell'attore vero abbandonando le insulse commediole per adolescenti.
Curiosità: in una delle scene finali i Club Kids dicono di sentirsi come se si trovassero in una puntata di ER (sono peraltro vestiti da medici), telefilm che all'epoca ancora non esisteva.
La chicca: gli esterni dell'appartamento di Micheal che vediamo nel film, sono quelli veri.
La frase: "Noi non facciamo, noi esistiamo"
Indicazioni: Per chi cerca qualcosa fuori dagli schemi.
Valerio Salvi
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