Le novità Disney in alta definizione, dai Muppet a John Carter.Pupazzi, cavalli e... tanto divertimento! di Francesco Lomuscio19 giugno 201212:50
Chi li ha amati tra la fine degli anni Settanta e l'inizio degli Ottanta, quando, già noti per i loro exploit televisivi, cominciarono a invadere anche le sale cinematografiche con veri e propri lungometraggi, non può aver accolto altro che positivamente il ritorno sul grande schermo dei Muppet, la combriccola di simpatici pupazzi che, capitanati dalla verde rana Kermit, vennero creati dal compianto Jim Henson tra il 1954 e il 1955.
Concretizzatosi nel 2011 (in Italia, però, è giunto a Febbraio dell'anno successivo), "I Muppet" di James Bobin rientra nel tris di novità in alta definizione che Disney provvede a distribuire in blu-ray con codice per scaricare la e-copy inclusa nella confezione ed una non indifferente quantità di contenuti speciali. Infatti, si va da un'analisi di sedici minuti del making allo short "Un piccolo test video su come leggere"; passando per dieci minuti di scene eliminate, un videoclip, commento audio, errori e una serie di trailer-parodie che richiamano titoli contemporanei del calibro de "L'alba del pianeta delle scimmie", "Fast & furious 5" e "Millennium - Uomini che odiano le donne". L'occasione per rivivere la coinvolgente ed emozionante vicenda di Walter, il più grande fan dei Muppet, il quale, in vacanza a Los Angeles con gli amici Mary e Walter, ovvero Jason Segel e Amy Adams, tenta in ogni modo di riunire Kermit e gli altri per far sì che non venga portato a termine il diabolico piano di Tex Richman alias Chris Cooper, intento a radere al suolo i Muppet Studios per recuperare il petrolio scoperto di recente. Con Jack Black coinvolto nel ruolo di se stesso e tanta nostalgia destinata a trapelare da ogni fotogramma, oltre un'ora e quaranta di divertenti minuti di visione che - vincitori del premio Oscar per la migliore canzone - non dimenticano neppure indispensabili attacchi al moderno e spesso diseducativo concetto d'intrattenimento televisivo d'inizio terzo millennio, man mano che ribadiscono il concetto relativo all'importanza dell'unione per fare la forza. Ma, se parliamo di unione e buoni sentimenti, non possiamo fare a meno di tirare in ballo il Re Mida di Hollywood Steven Spielberg, il cui "War horse" - ispirato al romanzo di Michael Morpurgo - è il secondo titolo che Disney lancia in blu-ray, corredato di extra rappresentati da una conversazione di diciannove minuti tra regista e cast tecnico-artistico e un breve speciale atto a mostrare in che modo diverse delle comparse siano state impiegate in più di un ruolo nel corso del lungometraggio, candidato a sei premi Oscar (anche nella categoria relativa al miglior film). Lungometraggio molto classico, in un certo senso piuttosto vicino alle produzioni disneyane live action vecchia maniera, incentrato sulla lunga epopea del cavallo Joey, legato al giovane Albert, con le fattezze di Jeremy Irvine, ma destinato ad attraversare eroicamente la Prima Guerra Mondiale, cambiando e ispirando la vita di tutti coloro che incontra sul suo cammino. Mentre, tra immancabile - ma necessaria - dose di buonismo tipico dell'autore di "E.T. L'extraterrestre" e notevole lavoro svolto su fotografia e scenografie, da un lato il cinefilo più attento può individuare veri e propri omaggi a "La grande guerra" di Mario Monicelli e ai lavori di Stanley Kubrick (su tutti, "Orizzonti di gloria"), dall'altro è impossibile non avvertire una forte influenza da quello che fu il grande cinema del maestro John Ford. Per chi, invece, è in cerca di azione a suon di effetti speciali e creature da fumetto, la label di Topolino provvede a far approdare nel mercato dell'alta definizione l'attesissimo "John Carter" di Andrew Stanton, del quale, il disco, fornisce anche il commento audio insieme ai produttori Jim Morris e Lindsey Collins; oltre a un making of di oltre mezz'ora, due minuti di errori, diciannove di scene eliminate e "100 anni di preparazione", ovvero uno speciale riguardante l'opera dello scrittore Edgar Rice Burroughs. Perché è dal suo "La principessa di Marte" - primo romanzo del ciclo Barsoom - che si è partiti per raccontare sul grande schermo le avventure dell'ex capitano militare del titolo, che, con le fattezze del Taylor Kitsch di "X-Men - Le origini: Wolverine", si ritrova inspiegabilmente sul pianeta rosso, coinvolto poi in un conflitto di proporzioni epiche tra l'affascinante principessa Dejah Thoris alias Lynn Collins e gli abitanti del posto; dei quali fa parte Tars Tarkas, interpretato dal grande Willem Dafoe sotto un "trucco digitale" che gli fornisce anche quattro braccia. Tutti al servizio di un elaborato destinato continuamente a sguazzare tra scontri corpo a corpo e sequenze spettacolari; mentre l'estetica generale ricorda non poco quella dei vari "Star wars" e il look del protagonista non sembra discostarsi poi molto da quello del Jake Gyllenhaal di "Prince of Persia: Le sabbie del tempo". Del resto, l'opera letteraria da cui la pellicola prende le mosse rientra tra quelle che maggiormente hanno influenzato l'immaginario cinematografico... a partire da George Lucas e compagni.
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