Broken Flowers
Delizioso apologo sulla ricerca delle proprie mete, "Broken flowers" mette in scena uno splendido Bill Murray, che rivisita il personaggio visto in "Lost in Translation", alle prese con una curiosa lettera anonima di colore rosa. Vincitore del Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes 2005, il nuovo film di Jim Jarmush è una pellicola dal carattere ipnotico.

Don Johnston è un attempato single incallito. Posato e riflessivo, Don sguazza letteralmente nella sua solitudine, fatta d'equilibri e abitudini quotidiane, anche dopo essere stato lasciato dalla sua ultima fiamma: Sherry, ragazza energica e disimpegnata. Ma la sua nuova e ritrovata sensazione d'abbandono viene minacciata dall'arrivo di una misteriosa lettera anonima, spedita da una ex-fidanzata, in cui c'è scritto che Don è padre di un ragazzo di 19 anni. Il nostro è costretto quindi a rimettersi in discussione: convinto dall'amico fraterno Winston e vinte le sue resistenze, Don parte per un viaggio alla ricerca del passato perduto verso le sue ultime quattro "ex". I colpi di scena e le sorprese non tarderanno ad arrivare...

Nel seguire le curiose vicende del protagonista, Jim Jarmush dà mostra di tutte le sue capacità di regista e ricrea atmosfere ipnotiche e fuori dal tempo. Con un ritmo disteso, ma mai lento, Jarmush tratteggia un film posato, divertente e riflessivo: un vero esempio di Cinema d'autore e indipendenza. Secondo il carattere distintivo del regista, anche "Broken flowers" è raccontato in forma episodica, così come avveniva in altri suoi film precedenti come "Ghost dog" e "Coffee and cigarettes": un episodio per ogni amante visitata da Don. Ogni passaggio consiste in un prologo, raccontato dall'amico Winston, padre di una famiglia numerosa e con l'hobby dell'investigazione, e un epilogo, in cui il viaggio di Don continua. Cliché.

Se il film appassiona per una trama stralunata, la recitazione risulta impeccabile: Bill Murray, Sharon Stone, e Jessica Lange sono perfetti sotto ogni punto di vista. E anche il resto del cast convince con una interpretazione sentita e coinvolta. Accademici.

Degna di nota è pure la colonna sonora, particolarmente azzeccata e vincente nell'accompagnare Don nel suo girovagare dentro la propria anima. Specialmente l'opening theme, "There is an end", che coinvolge ed emoziona. Sound-track.

Ma ciò che, in ultima analisi, colpisce di "Broken flowers" è la sua natura immortale: sospesa nella vuota illusione di una cinepresa.

La frase: "...Questa non è MTV...!".

Diego Altobelli

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