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Una canzone per te
Apre con titoli di testa commentati dalla sempreverde "What I like about you" il primo lungometraggio cinematografico diretto da Herbert Simone Paragnani, proveniente dal serial televisivo "Donne assassine".
Ed è l’Emanuele Bosi di "Questo piccolo grande amore" (2009) a vestire i panni del giovane protagonista Davide, sfrontato cantante dei Nois Nois, band più cool della scuola, che, deciso a sfondare con la sua musica, perde in un solo giorno sia il gruppo che la bellissima fidanzata Silvia, con le fattezze della Michela Quattrociocche di "Scusa ma ti chiamo amore" (2008).
Ma, sorvolando su una recitazione generale che lascia il più delle volte (e molto) a desiderare e su battute spesso incapaci di strappare risate allo spettatore, è un ritmo tanto veloce quanto fastidiosamente fracassone a caratterizzare la prima parte dell’operazione, destinata a migliorare leggermente solo dal momento in cui Davide comincia a confrontarsi con la sfigata Lisa, interpretata dalla Agnese Claisse vista di recente nel verdoniano "Io, loro e Lara" (2010), la quale, da sempre derisa e snobbata, si rivela utile al fine di concepire la canzone che deve scrivere per Silvia.
Quindi, mentre seguiamo anche la crisi matrimoniale dei genitori di Davide e a fare da contorno provvedono personaggi come la maniaca del sesso tantrico Veronica alias Martina Pinto, della quale è segretamente innamorato l’imbranato Gino interpretato dall’esordiente Guglielmo Scilla, è un classica storia scolastica di taglio romantico-adolescenziale quella che scorre davanti ai nostri occhi – qui immersa in salsa "High school musical", con tanto di nutrita colonna sonora che spazia da "Rock’n’roll high school" dei Ramones a "Sad Lisa" di Cat Stevens, passando per la nostra PFM e nuove rivelazioni del calibro di Zero assoluto e i Sonohra.
Fornito addirittura d’inaspettato tocco soprannaturale, ciò che ne viene fuori, volto a ribadire che l’amore è una giostra dalla quale, ovunque stai andando, fai di tutto per non scendere mai, è un prodotto appena nella media che difficilmente deluderà il pubblico dei teen-ager.
Un pubblico di sicuro ignaro del fatto che il film tenda ad avvicinarsi più ai poco convincenti risultati di "Piazza giochi" (2010) di Marco Costa che a quelli delle pellicole dirette da Federico Moccia, da molti criticato ma in realtà tra i più dotati nel raccontare su celluloide l’universo giovanile odierno.
La frase:
- "Non sei neanche riuscito a scrivere la canzone che mi avevi promesso"
- "Te lo giuro, te la scrivo".
Francesco Lomuscio
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© Emanuela Scarpa
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