Spider-Man 3
"Quanto a lungo un uomo può combattere l'oscurità, fino a trovarle dentro di sé?" con questo ideale incipit si apre il terzo capitolo della saga incentrata sulle avventure del "tessiragnatele di quartiere" più famoso dei fumetti: l'Uomo-Ragno. Per "Spider-man 3" ritroviamo un cast artistico e tecnico praticamente immutato, con una trama però molto più articolata e complessa rispetto ai capitoli precedenti.

Nel momento di maggiore grazia nella vita di Peter Parker, alias l'Uomo-Ragno, dato dalla popolarità sempre crescente e una felicità rinnovata con Mary Jane a cui vuole chiedere di sposarlo, precipita sulla Terra un piccolo quanto minaccioso meteorite da cui fuori esce una sostanza nera. Nel frattempo: Harry è deciso a porre la parola fine alla sua disputa contro Peter, colpevole, secondo lui, di avergli ucciso il padre; e un ladruncolo di quart'ordine per sfuggire a un inseguimento con la polizia rimane vittima di un esperimento molecolare che lo rende... di sabbia! Quando Peter scopre che l'Uomo Sabbia altro non è che il vero assassino di suo zio Ben, decide di ricorrere alla sostanza nera che nel frattempo, subdolamente, si è introdotta in casa sua: si tratta di un simbionte alieno che lo rende più forte e aggressivo, aderendo a lui come fosse un nuovo vestito. Per aiutare il giovane eroe però, presto lo stesso alieno chiederà in cambio un prezzo che Peter non sarà disposto a pagare: la sua integrità morale...

Pamphlet gotico del perdono e della ricerca di un equilibrio interiore. Il tema del doppio, nel mondo dei fumetti americani, è sempre stato un ritornello che, di tanto in tanto, ricorreva nelle pagine dei vari eroi cartacei. Gli esempi sono innumerevoli: la pazzia latente di Bat-Man; la kryptonite rossa di Superman; la versione grigia e intelligente di Hulk; la follia omicida di Iron Man; e ovviamente anche Spider-Man con il suo vestito nero.
Pare proprio che nessuno sia riuscito a sottrarsi alla logica per cui ad un tratto, nella vita del giovane eroe, si abbatte (proprio come un meteorite dal cielo) il germe della vendetta e del rancore che gli suggeriscono la possibilità di usare i propri poteri per scopi personali. Per fare ciò, Sam Raimi affresca un dipinto di dimensioni colossali, caratterizzato da tonalità gotiche, e puntando in alto, molto più in alto di quanto non abbia fatto per i due capitoli precedenti. "Spider-Man 3" mette in scena un balletto formato da cinque trame apparentemente distinte, ma tutte incentrate su vari aspetti di Peter Parker: abbiamo il rapporto tra lui e Mary Jane; l'arrivo di Gwen Stacy; la storia dell'Uomo Sabbia; l'attacco del simbionte; e ovviamente la resa dei conti tra Peter e Harry Osborn.
Tanta carne al fuoco che però, pure se a tratti in affanno, Raimi riesce a non far bruciare nel capiente calderone delle emozioni. Modificando ampiamente (molto più di quanto non avesse fatto in precedenza) la trama originale del fumetto, e giungendo a soluzioni quasi totalmente ex-novo, Sam Raimi stupisce e appassiona confezionando lo spettacolo, nel contempo, con una quantità di effetti speciali (l'Uomo Sabbia e Venom in azione valgono da soli il prezzo del biglietto) che fanno pensare, ancora una volta, che di meglio non si può fare. Unico appunto negativo, dato proprio dalla quantità di note che Raimi decide di inserire sul suo pentagramma, è la sensazione, a volte, di far risuonare un po' bruschi (stonati) certi passaggi, o svolte narrative, che paiono sopraggiunti senza il giusto respiro. Tale sensazione negativa, comunque, non mina certamente lo spettacolo: unico, nel suo genere e non, per quantità e qualità.
"Spider-Man 3" è un altro gioiello visivo che si aggiunge alla ormai lunga lista di titoli tratti dai fumetti usciti negli ultimi anni. Sorretto saldamente da un cast impegnato, questa volta, ad interpretare parti non più così scontate come nei precedenti capitoli (Tobey Maguire e James Franco bravissimi), e firmato dalla sensibilità visionaria di un Raimi che riesce a rendere lo stesso film un "vestito nero", un doppio negativo, del secondo capitolo, la pellicola si rivela essere un vero e proprio film d'autore. Forse non il migliore della saga (per i motivi già detti sopra), ma probabilmente, dei tre, quello più intimamente "Raimiano". Splendido.

La curiosità: "In una scena vediamo, finalmente, Stan Lee, il creatore storico dell'Uomo-Ragno, parlare proprio con il super-eroe mascherato. Quello che gli dice è, per noi, la frase del film."

La frase: "...Sai ragazzo? Io penso che una persona la fa la differenza..."

Diego Altobelli

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