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09 Gennaio 2008 - Conferenza stampa
"Io sono leggenda"
Intervista al regista e al cast.
di Francesco Lomuscio
Nell'ormai lontano 1964, il mitico Vincent Price si ritrovò in un deserto quartiere romano dell'EUR nel fanta-movie "L'ultimo uomo della Terra", tratto dal romanzo di Richard Matheson "Io sono leggeda", fonte d'ispirazione anche per "1975: Occhi bianchi sul pianeta Terra", interpretato nel 1971 da Charlton Heston.
Il destino ha voluto che oggi, a quarantaquattro anni di distanza da quella prima eccezionale trasposizione su pellicola, anche l'attore Will Smith, accompagnato dal regista Francis Lawrence e dallo sceneggiatore e produttore Akiva Goldsman, sia finito nella città capitolina a causa di "Io sono leggenda", accolto però da un'incuriosita folla di giornalisti…
Quella di "Io sono leggenda" è una vicenda che da mezzo secolo risulta sempre attuale; secondo voi cosa è ancora importante in questa storia?
Will Smith: Secondo me questa storia include due paure fondamentali dell'essere umano: l'idea di rimanere solo al mondo senza sapere cosa fare ed il fatto che possa nascondersi qualcuno là nel buio pronto a fare del male. Credo che Akiva e Francis siano stati incredibili e brillanti nel rivisitare questo racconto.
Francis Lawrence: Il romanzo, scritto da Matheson negli Anni Cinquanta, possiede idee decisamente moderne che funzionano ancora oggi e che, quindi, grazie agli elaborati effetti speciali attuali abbiamo potuto concretizzare sullo schermo.
Will Smith: Infatti, grazie agli effetti speciali ci siamo potuti concedere cose che nelle due versioni precedenti non erano possibili; per esempio Francis ha potuto filmare una New York deserta.
Rispetto al romanzo, un cambiamento notevole è il finale speranzoso…
Akiva Goldsman: Questa osservazione è interessante, perché il nostro film è un mix tra il romanzo e la sceneggiatura di "1975: Occhi bianchi sul pianeta Terra". Nell'opera di Matheson c'era qualcosa di profondamente nichilista, ma il nostro interesse non è mostrare la fine dell'umanità, siamo più speranzosi.
Will Smith: A me tanto speranzoso il film non è sembrato, perché uccido chiunque c'è da uccidere (ride). Comunque, l'idea che qualcosa muoia e poi rinasca non credo sia tanto dovuta alla speranza, fa semplicemente parte dell'universo.
Quanto è stato difficile cambiare qualcosa rispetto alle prime due trasposizioni cinematografiche del libro?
Akiva Goldsman: Credo che l'idea di Matheson si sia un po' diffusa in altri film, come, per esempio "28 giorni dopo" e "28 settimane dopo"; noi abbiamo cercato di esplorare il viaggio di una persona eliminando il cattivo e creando uno spazio in cui molta importanza assume la performance, infatti lo script è basato più sugli aspetti comportamentali che sul dialogo.
Chi ha avuto l'idea di inserire la canzone di Bob Marley?
Will Smith: Una sera ero su internet e facevo un giro su google scrivendo "I'm legend" e la prima cosa che venne fuori fu "Legend", l'album di Marley che, tra l'altro, è tra i miei preferiti; quindi l'ho scaricato e riascoltato, trovando nelle parole i temi di cui avevo discusso con Akiva e Francis per il film. E rientrano sicuramente tra le migliori parole che io abbia mai pronunciato.
Nel film vi sono tanti riferimenti alla storia del cinema, da "La notte dei morti viventi" ad un ipotetico film su Batman e Superman…
Will Smith: Akiva e Francis amano mettere riferimenti nei film, infatti il secondo ha trovato divertente mettere il manichino nella sala porno della videoteca, mentre il primo ha avuto l'idea del manifesto di "Batman vs Superman" perché, essendo ottimo amico di quelli della Warner Bros, ha voluto inserirvelo senza dirgli niente (ride).
Francis Lawrence: In verità è in Romero che c'è molto Matheson, noi abbiamo cercato di staccarci dagli zombi ed il design delle creature lo abbiamo pensato semplicemente come conseguenza della loro patologia.
Guardando il film, viene da chiedersi quanto i videogiochi influenzano il cinema hollywoodiano…
Francis Lawrence: Questo commento mi è già stato fatto e lo trovo strano perché il film secondo me non possiede il ritmo dei videogiochi, sono le persone che tendono subito ad associarvelo appena entrano in scena le creature.
Quanto avete fatto arrabbiare i newyorkesi per avergli bloccato la città?
Will Smith: I newyorkesi erano abbastanza arrabbiati, infatti durante la lavorazione mi facevano segno con il dito in su ed io pensavo che era un'approvazione come per dire "Sei il numero uno", invece Francis mi ha spiegato che intendevano l'esatto contrario (ride).
È vero che produrrà una nuova versione di "Karate kid"?
Will Smith: Sì, mio figlio, che frequenta corsi di arti marziali ed ama la serie, sarà presente tra gli attori, ora sta lavorando con Keanu Reeves e Jennifer Connelly.
E cosa può dirci in riguardo al suo secondo film per la regia di Gabriele Muccino?
Will Smith: Io adoro Gabriele, il nostro secondo film insieme, "Seven pounds", lo stiamo preparando, questa sera esco con suo fratello.
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