16 febbraio 2001 - Conferenza stampa
Russell Crowe
Intervista con l'attore più richiesto del momento
di Valerio Salvi


Quale è stata la cosa più difficile del film?
Sicuramente la "location" e le condizioni ambientali. Abbiamo fatto molti spostamenti [Equador, Polonia, Londra Pinewood Studios] per girare le varie scene in modo realistico e non c'erano strutture adeguate. In Equador questo è stato il primo film girato da una Major e potete, quindi, immaginare le mille difficoltà che abbiamo incontrato. Per il regista tutto questo era molto importante, per tutti gli altri solo una grande rottura.

Ha mai pensato che, lavorando anche in location a rischio ed essendo ormai una star, lei stesso potrebbe essere oggetto di un rapimento per riscatto?
[Guardando verso le due mastodontiche guardie del corpo] Non credo e poi io non sono il personaggio che interpreto, la mia vita è molto diversa e spero di non trovarmi mai in una situazione simile.

Questo è un film sulla droga, come "Traffic", che ne pensa del problema e delle difficoltà di botteghino incontrate inizialmente in America?
Per quanto concerne il botteghino ritengo che questo sia stato dovuto soprattutto ad un errore strategico sulla data di uscita. Infatti a Natale [periodo di uscita in USA n.d.a.] la gente preferisce vedere commedie allegre e non storie che fanno riflettere sui mali del mondo.
La droga, purtroppo, resta uno dei grandi mali del mondo. Pensate che abbiamo usato un nome fittizio, per motivi "politici", per il Paese in cui abbiamo ambientato il film, che sarebbe dovuta essere la Colombia. Trovo tutto questo assurdo. Se vogliamo la giusta attenzione su questi problemi, non solo la droga, ma anche i rapimenti o lo sfruttamento da parte delle multinazionale di popoli più arretrati economicamente, bisogna mostrarli chiaramente all'opinione pubblica. Trovo inaccettabile ad esempio che il presidente di una multinazionale percepisca un salario 3.000 volte superiore ad un suo operaio (facebdo leva sulla manodopera del terzo mondo). Questo è criminale! Ma d'altronde io sono australiano e non amricano e forse ho una sensibilità diversa verso questo tipo di situazioni.
Il film di Sodebergh (Traffic) è tutt'altra cosa, non vedo paragoni possibili.

Si è sentito imbarazzato a recitare un ruolo identico a quello di Bogart in "Casablanca"?
Tanto per cominciare io non porto l'impermeabile e poi, forse non lo avete notato, la scena finale si svolge in un eliporto e non in un aeroporto. Ah... io sono molto più alto!


  

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