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16 febbraio 2001 - Conferenza stampa
Russell Crowe
Intervista con l'attore più richiesto del momento
di Valerio Salvi
Che differenze ha trovato tra gli ultimi registi con cui ha lavorato?
Con Cutis Hanson (L.A. Confidential) siamo diventati molto amici, abbiamo anche fatto dei viaggi insieme. Come regista ha bisogno di tempi lunghi, perché fondamentalmente è un pensatore e valuta tutto molto a fondo. Se mai gli dovessi fare un domanda, prima o poi ti risponderà. Michael Mann (Insider) è un pazzo! È anche una delle persone più intelligenti che abbia mai conosciuto. Ricorda qualunque cosa, ha una memoria fotografica sorprendente, il che è molto d'aiuto se sei un regista. È pericolosissimo fargli domande perché lui risponde sempre; e dopo che ti ha risposto continua a rispondere e rispondere, in pratica non si ferma più. Il nostro rapporto è un pò come quello di un padre con il figlio. Mi ha dato grandi consigli e mi ha fatto crescere come interprete.
Ridley Scott (Il Gladiatore) invece più che un regista è un artista visivo, una sorta di pittore dell'obiettivo. Lavorare in un film con lui è come parlare di fisica quantistica con Picasso. È brillante ha grandi idee e poi ha il tipico humor britannico, che aiuta molto quando sei sotto pressione. Lavorare con lui ha modificato sostanzialmente il mio rapporto con gli inglesi [l'Australia era una colonia dove gli inglesi deportavano i criminali, quindi non si amano molto in genere n.d.a], ora li vedo con occhi diversi, migliori. Lavorare con una troupe inglese è decisamente un valore aggiunto, sono bravissimi ed efficienti, ma uniscono a questo la capacità di scherzare e di cogliere la vita anche al di la del lavoro. Taylor Hackford (Rapimento e Riscatto) è un regista hollywooddiano vecchia maniera, un pò alla Peckinpah. Nasce come documentarista e questo lo porta a rappresentare più la sua versione della realtà, piuttosto che la realtà stessa.
Ora che sei una "star" ti senti un pò ostaggio dei media come se avessi perso parte della tua libertà?
Mah, ti dirò...arriva un momento in cui ti senti più un prodotto che una persona, specialmente ad Hollywood. Li mi hanno affibbiato l'etichetta di "cattivo", per i miei modi piuttosto diretti, o "animale selvaggio" affermando che sono privo di emozioni. Questo non è ovviamente vero, anche perché altrimenti non potrei fare questo lavoro. Cerco di mantenere una certa distanza dallo "star system". Comunque ritengo che la vera libertà è intellettuale piuttosto che fisica.
È vero che suona in un gruppo?
Si è vero, la musica è la mia valvola di sfogo, l'espressione del mio io interiore. Il mio gruppo i "Thirty Odd Foot on Ground", TOFOG per gli amici hanno inciso vari dischi (sito internet www.gruntland.com). Tra l'altro abbiamo ricevuto un'offerta per la partecipazione, in qualità di ospiti, a SanRemo.
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