Diplomacy - Una notte per salvare Parigi
Quando il cinema diventa racconto del reale acquista un valore aggiunto che pesa nella retorica e nella storia del film. Se “le vicende narrate si riferiscono a fatti realmente accaduti” bisogna stare attenti a come maneggiare l’argomento, perché l’importanza storica fa sentire una sorta di responsabilità su quei quanti andranno a vedere il film che, a conoscenza o meno dell’episodio in questione, a fine visione lo ricorderanno come un evento storico di cui ora conoscono i particolari. Della prima e seconda guerra mondiale per esempio ormai sappiamo abbastanza, almeno a grandi linee i fatti salienti. Ecco perché ultimamente una nuova scia di film a tema storico sta prendendo piede e anche notevole attenzione: quelli che raccontano il dietro le quinte dei grandi avvenimenti, gli aneddoti e le gesta di persone che hanno fatto la storia senza finire nei libri di scuola.
“Diplomacy – una notte per salvare Parigi” fa parte esattamente di questo tipo di film. Sul finire della Grande Guerra, quando gli Alleati stavano per liberare anche la Francia sotto ai nazisti, Hitler non voleva cedere facilmente tanto che nel momento in cui si sarebbe dato per vinto, sapeva sarebbe stata la sua fine. Così decide di mettere a ferro e fuoco la città francese, di piazzare ordigni esplosivi sotto ogni costruzione simbolo della Capitale: la Torre Eiffel, il Louvre, Notre Dame, l’Arc de triomphe e via dicendo. Sarebbe andato tutto distrutto se non fosse stato per la diplomazia di due personalità che scontrandosi si sono parlate alle rispettive anime: Dietrich von Choltitz, generale nazista e governatore di Parigi, e Raoul Nordling, console di Svezia.
La settima arte ha la capacità di arrivare a tutte le età di spettatori tanto che un film d’animazione può essere visto con sincera curiosità anche dai più grandi, e un film storico può riuscire a coinvolgere anche quella parte di pubblico che del nostro passato prossimo non ne sa molto o non se ne interessa. Questo perché film come Diplomacy non solo riescono a coinvolgere un’ampia parte di pubblico, ma anche perché gli parlano al cuore. Nonostante tutti quanti noi sappiamo che Parigi non è saltata in aria nel ’44, la curiosità del capire quali siano stati i motivi che hanno fatto cambiare idea al generale nazista – i tedeschi non cedevano spesso alla persuasione – spingono ad andarlo a vedere.
Le brillanti interpretazioni dei navigati protagonisti, i francesi André Dussollier e Niels Arestrup, sostengono una sceneggiatura ben solida che si sviluppa come un fiume in piena di parole e argomentazioni volte a salvare o distruggere una città simbolo della Seconda Guerra Mondiale. Il regista Volker Schlondorff dirige un film d’azione con la suspense di un thriller che strutturato su un fatto reale, gli dona un tono completamente drammatico funzionale all’ottimo risultato finale del film.
La frase:
"Voglio annientarli tutti, mi ha sentito? Tutti!".
a cura di Valeria Vinzani
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