Movie Flash: presentato il 63 Festival di Venezia.
SLIDE-SHOW: le più belle immagini di David Lynch;
Oliver Stone;
Meryl Strepp;
Sandra Bullock;
Gwyneth Paltrow
63esimo anno per Venezia, primo per Roma. E se da una parte c'è la tradizione del più antico festival del cinema in Europa dall'altra c'è la forza economica della nuova festa del cinema voluta dal sindaco capitolino. Succede così che la vicinanza temporale (Venezia è i primi di settembre, Roma i primi di Ottobre) finisca quasi per dimezzare il numero dei titoli commerciali che Sati Uniti in primis normalmente portano oltreoceano per le rassegne festivaliere. Quello oggi presentato a Roma è infatti un festival del cinema meno ricco per quanto riguarda le grandi stelle di quanto non lo sia stato in passato. Ma ciò non vuol dire che sia un festival poco attraente. David Lynch (che riceverà il Leone d'oro alla Carriera), Brian DePalma (The black dahlia, film d'apertura), Oliver Stone, Kenneth Branagh (The magic flute), Stephen Frears (The queen), Spike Lee (col documentario When the leeves Broke. A requiem in four acts), Alfonso Cuaron sono nomi conosciuti un po' a tutti. Senza contare che per l'Italia scende in gara un pezzo da novanta come Gianni Amelio con "La stella che non c'è" con un errante Sergio Castelletto in Cina. Oltre a questo sono ben 9 i film italiani presenti alla mostra: in concorso il "Nuovomondo" di Emanuele Crialese e "Quei loro incontri" del duo francese adottato italiano Straub-Huillet, mentre nella sezione Orizzonti tre lungometraggi e sette documentari tra cui spiccano i nomi di Gianluca Lavarelli, Daniele Vicari, Vittorio DeSeta e Giuseppe Bertolucci.
Non mancano poi gli habitué del festival. Se per il portoghese DeOliveira è ormai prassi far passare ogni proprio lavoro per il lido quasi come l'ennesima torta di compleanno con tanto di candeline difficili da spegnere (ormai sono 91), per il regista di horror Balaguerò è un ritorno dopo il Fragile di nome e di fatto dell'anno scorso. Occhio di riguardo per il cinema orientale, come è nella tradizione del direttore Muller: sei film giapponesi, due di Honk-hong, tre cinesi, uno coreano tra cui vengono in risalto (per gli amanti della cinematografia oroentale) i nomi di Otomo (stavolta con attori in carne ed ossa), Johnnie To, Satoshi Kon e Goro Miyazaki.
Le possibili sorprese? Il ritorno del trasgressivo Paul Verhovern (autore di Robocop), il satirico "Il diavolo veste Prada" con Meryl Strepp, l'Hollywoodland dell'esordiente Allen Coulter (con Sandra Bullock e Gwyneth Paltrow) ed il fino ad oggi autore misconosciuto Darren Aronofsky già autore dei sorprendenti "Requiem for a dream" e "PiGreco il teorema del delirio".
Sperando comunque che come al solito chi adesso non citiamo attiri la nostra (buona) attenzione.
Andrea D'Addio
(27 luglio 2006)
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