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X-Men: L'Inizio











E’ un prequel, ma probabilmente anche il film più adulto della serie X-Men, oramai giunta alla sua quinta incarnazione cinematografica. A dirigere lo spettacolo troviamo Matthew Vaughn, regista del recentissimo “Kick-Ass” e che già era stato chiamato per dirigere “X-Men: Conflitto finale”. Vaughn, per motivi di famiglia, dovette passare la palla a Brett Ratner che andò in rete concludendo la prima trilogia più che dignitosamente (personaggio di Ciclope a parte).
Polonia, 1944. Quando Sebastian Shaw, un temibile scienziato nazista, uccide la madre del giovanissimo Erik sotto i suoi occhi, il futuro signore del magnetismo giura vendetta. Trascorrono circa venti anni e la Guerra Fredda tra Stati Uniti e Russia si consolida nella drammatica situazione dei missili a Cuba. Questo sfondo politico gioca a favore di Shaw che vuole usarlo per far scoppiare la Terza Guerra Mondiale e annientare così la razza umana. Solo il gruppo di mutanti guidati da Charles Xavier, un potente telepate, può tentare di fermarlo. Erik nel frattempo si è unito a Charles, ma le loro scelte li porteranno su strade diametralmente opposte...
Eppure Bryan Singer lo aveva pure detto che il suo era un grande affresco. Che aveva pronte le sceneggiature di tutti i prossimi film degli X-Men dopo il primo e il secondo, e che sarebbe stato un crescendo di emozioni come di spettacolo. Vuoi anche l’abbandono della regia del terzo capitolo e il passaggio al “Superman Return” (personaggio di una casa editrice concorrente a quella che pubblica gli X-Men), fatto sta che nessuno gli aveva creduto. E ora, ritrovandosi davanti questo “X-Men: l’inizio”, verrebbe quasi da chiedere scusa pubblicamente a Bryan Singer che è autore della sceneggiatura del film. E sì, perché questo prequel, che vede Magneto e il Professor X per la prima volta insieme unire le forze contro il terribile Club Infernale, è davvero il più riuscito film sui mutanti finora realizzato. O quanto meno, quello dove i sentimenti, i caratteri e le scelte dei personaggi incidono maggiormente sul piano delle emozioni. Ovvio, ci sono gli effetti speciali, e tanti. I poteri lasciano come sempre senza fiato (gli sguardi basiti dei militari davanti alle meraviglie che volteggiano in cielo sono i nostri); e i combattimenti, come anche le scene d’azione, sono tra le più riuscite della serie. Ma sono i sentimenti, in questo caso, a fare la vera differenza. Finalmente maturità, verrebbe da dire. Più di uno i momenti toccanti del film, persino commoventi, dove emergono i conflitti interiori delle fazioni messe in campo. L’amicizia tra Erik e Charles viene descritta con piglio maturo e non scontato; la paura di non essere accettata per Mistica emerge con la giusta dose di coinvolgimento; e i cattivi - guidati da un grande Kevin Bacon - sono qualcosa di più di mere pedine sullo schermo, anche perché quello che fanno lascerà un segno indelebile nei protagonisti...
Ottimo il cast, a cominciare da Kevin Bacon fenomenale nel ruolo del cattivo Shaw. James McAvoy lo avevamo in realtà già visto nel letterario “Espiazione” e nel fiacco “Wanted – Scegli il tuo destino”, ma nel ruolo del Professor X è praticamente perfetto. Michael Fasbender invece è un nome che ci giunge nuovo, ma qualcuno sicuramente lo avrà riconosciuto in “Bastardi senza gloria” di Tarantino.
“X-Men: l’inizio” è l’Inno alla gioia dei mutanti sul grande schermo. Mancano personaggi di peso come Wolverine (Hugh Jackman concede comunque un cameo divertentissimo), ma in questo caso è un bene. E’ il gruppo a emergere. La coralità. Il “noi”. L’insieme omogeneo di azioni e reazioni. Come nel fumetto. E per gli appassionati, beccatevi anche il bellissimo passaggio finale. Un guizzo artistico e di regia che sembra suggerire il nome di Onslaught. I cultori degli X-men sono avvisati! Gran film.

La frase:
"...Lui ha degli alleati, dovresti averne anche tu...".

a cura di Diego Altobelli

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