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28 Dicembre 2010 - Conferenza
"Che bella giornata"
Intervista al regista e al cast.
di Mauro Corso
Alla conferenza stampa di Che bella giornata ci sono praticamente tutti: manca solo Caparezza, che partecipa generosamente alla pellicola in un'insolita performance canora. Oltre a Checco Zalone ci sono la graziosa Nabiha Akkari, Ivano Marescotti, Tullio Solenghi, Rocco Papaleo e Luigi Luciano (altrimenti detto Herbert Ballerina). Non mancano naturalmente il regista e autore Gennaro Nunziante con il co autore Luca Medici (non un'altra persona, è il vero nome di Checco Zalone!). Fra gli altri c'è il produttore Pietro Valsecchi. Le copie previste sono già più di seicento, quindi Medusa si aspetta di bissare il grande successo del film d'esordio di Zalone.
Il film è coraggiosamente politicamente scorretto. Come è nata questa scelta, avete pensato a possibili conseguenze?
Gennaro Nunziante: sì lo sapevamo, penso sia una cosa finalmente diversa in italiana, riuscire a fare un film che non parli di genitori, figli e corna. Abbiamo affrontato il tema con leggerezza, anche perché non abbiamo voglia di moralizzare nessuno e anche perché sarebbe impossibile in Italia. Ci siamo divertiti a fare questo. La cosa importante, quando si va a vedere un film, è non portarsi nulla a casa, non impadronirsi di un giudizio.
E' un film ancora una volta con il faro puntato sulla cultura del mezzogiorno....
Gennaro Nunziante: noi siamo tutti del sud, per questo è un film che ha il meridionale dentro. Noi del sud siamo le persone che hanno dato di più a questo paese, sia nelle missioni di pace che nel terrorismo, e ci sembrava utile raccontare perché i soldati hanno fatto la scelta di arruolarsi e magari di andare in Afghanistan. Il loro non era eroismo nel vero senso della parola: il loro eroismo era costruirsi una casa.
In effetti c'è un riferimento diretto ai militari di stanza in Afghanistan
Checco Zalone: abbiamo voluto parlare, fuori dalla retorica, di quei soldati che vanno in missione per quel motivo. Forse dovevamo andare più pesante su certi temi, ma poi facendo un film gli argomenti si riducono.
Non pensate ci siano elementi politici in questo film?
Pietro Valsecchi: non volevamo tanto fare un film politico, quanto cercare, in questa storia che diventa una favola, il percorso di un Candide moderno. Il film ha anche altre storie, c'è la comicità, il divertimento, le battute, c'è Checco. C'è voglia di aria nuova. E' complicato fare un film con Checco e con Gennaro, c'è un lavoro di un anno, scrittura, lavoro, montaggio. A volte parlare con Checco è come parlare con Wim Wenders, si sveglia, e dice "non lo so, non mi convince, fallo fare agli altri".
Come sarà accolto questo film nella comunità musulmana?
Nabiha Akkari: ho già paura di trovare nella mia posta minacce... no scherzo... penso che si divertiranno. D'accordo prendiamo in giro il terrorismo ma già dall'inizio si vede che il personaggio che interpreto non è capace. Questo ovviamente apre un dibattito molto attuale ma non è pesante, non è serio. E' una commedia. Si può ridere di tutto e quindi anche di questo. Credo che la comunità musulmana non avrà nessuno problema in proposito. Mi ero posta il problema, ma quando mi sono accorto che non c'erano giudizi.
A volte c'è la sensazione che gli italiani siano più presi in giro...
Checco Zalone: lo sberleffo è nei nostri confronti, nei confronti degli italiani, dell'occidente. Abbiamo avuto cura, già nella scrittura, di non fare la protagonista femminile parte di una associazione terroristica. L'ironia è più su di noi, su di me che dico "voi musulmani non rispettate le donne!" e poi grido a mia madre di portare il caffè. Perché si dovrebbero arrabbiare i terroristi? La brutta figura la facciamo noi!
Come funziona il processo di scrittura?
Gennaro Nunziante: la prima parte consiste nel fare una struttura chiara e precisa, perché per improvvisare devi sapere tutto. Poi togliamo. Alcune cose non ce le diciamo, non le diciamo agli attori, per creare un elemento di freschezza. Il testo è una parola che si deteriora, quindi devi andare sul set per dargli delle cariche. Io e Luca sentiamo fortemente il ritmo, la battuta deve incalzare e quando siamo sul set inventiamo sempre nuove cose. Il che naturalmente è un problema per gli attori.
E come è stato il lavoro sul set per Tullio Solenghi?
Tullio Solenghi: mi ha fatto piacere lavorare con Wenders... era il mio sogno. A volte la cosa che ci piace di più è vedere la reazione dell'apparato tecnico, operatore, direttore della fotografia... è la prima sponda su cui provare la scena. Tutti sono stati scientifici, matematici, è stato un bel lavorare perché il contributo che dai entra in una struttura di base solida, vera.
E per Marescotti che è stato l'unico chiamato per la seconda volta da Zalone?
Ivano Marescotti: sono rimasto molto sorpreso quando sono stato richiamato dopo il primo film di Zalone, tanto che alcuni pensavano fosse un sequel. Zalone secondo me è "socialmente scorretto", e questo non rende il film meno politico. La frase in cui dice "Bravo bravo non serve a niente studiare", quella non è una battuta politica? Forse anche l'Arma dei Carabinieri avrebbe da ridire e il papa, con la voce fatta da Tullio Solenghi, nella sequenza finale fa una figura un po' "strana". Zalone tende a quella figura politica che aveva Alberto Sordi. Ce lo meritiamo o no Alberto Sordi e qui abbiamo Checco Zalone.
Come avete "reclutato" Luigi Luciano (detto Herbert Ballerina)
Checco Zalone: ho visto Luciano su internet. C'è il mondo della rete, che voi non conoscete, con questo ragazzo che spopola con i trailer su internet. Solo che lui non ha nemmeno l'agente. Poi gli ho mandato un messaggio su Facebook e gli ho detto: vuoi fare il film? E lui mi ha detto di sì.
E la collaborazione con Caparezza?
Checco Zalone: siamo entrambi pugliesi. La cosa più bella del film è la preparazione, le location, le caratteriste arabe. Abbiamo avuto due mesi di arabe romane e napoletane. Per la scena del matrimonio dovevano venire gli Afterhours, questo gruppo fico, alternativo, ho conosciuto Manuel Agnelli. Poi però è successo che avevano una serata durante le riprese e allora è venuto Caparezza letteralmente a salvarci, gratis peraltro, ma quello che è importante è che è venuto. Ha fatto un altro pezzo, molto forte che ci piaceva molto: "piccolo fiore" dei Teppisti dei sogni, ma non ci hanno dato i diritti, non l'abbiamo potuto mettere nel film.
E Solenghi che fa la voce del papa alla fine?
Tullio Solenghi: a un certo punto mi hanno detto, tutti contriti, e mi hanno chiesto "puoi fare il papa" e io con accento tedesco... "dipente dalla szena". E loro: "bravissimo perfetto". E così ho avuto questa investitura postuma.
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