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K-19

Opinioni presenti: 38
Media Voto: Media Voto: 7.5 (7.5/10)

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ursulo

(10/10) Voto 10di 10

questo film e una bomba vedetelo assolutamente e un fim che nasconde una triste realta



Ciocco, 72 anni, Neandertal.




Inutile sacrificio

(5/10) Voto 5di 10

Il sacrificio che non diviene “eroismo”, perché consumato fuori degli ambiti ufficiali della guerra, non viene riconosciuto. Potranno ammetterlo solo i compagni di avventura (o di sventura), testimoni presenti al fatto ed in grado accettare il valore e di attribuire i conseguenti meriti. Il tema del film “K 19” è chiaro se si lascia da parte l’avventura (raccontata dalla regista Kathryn Bigelow, con alti momenti di tensione, ma senza una particolare originalità narrativa), per entrare nella sostanza dei rapporti tra ufficiali, marinai e – all’esterno – con l’apparato militare, statale e partitico dell’URSS. Anno 1961: in piena guerra fredda la grande nazione comunista deve mostrare al “nemico” americano una forza militare ben lungi dal possedere. Il sommergibile K 19 è (deve essere!) l’emblema di una flotta moderna, nucleare, ma sembra piuttosto traballante. I difetti che subito si notano nella struttura e nella tecnologia (pure nei materiali) annunciano l’inevitabile disastro. I fatti. purtroppo, non vengono considerati con la dovuta onestà. Il tema del film è dunque l’inganno. Tutti vedono o sanno, ma nessuno si oppone decisamente allo sperpero di mezzi e di uomini (che moriranno in buon numero) portando alla rovina il “battello” (così è chiamato in gergo marinaresco l’enorme sommergibile portatore di testate nucleari). L’inganno scende dai vertici che intendono mostrare agli americani muscoli che non hanno; è sostenuto dagli ufficiali, per un ostinato senso del dovere, che sembra ottusità, ed è mantenuto dai marinai per il principio di appartenenza (allo stato, al partito, alla missione? non si sa). Il sacrificio estremo cui tutti sono – infine – votati è “inutile” quanto la stessa “missione” del K 19 che rischia di portare alla terza guerra mondiale. Film d’azione e di tensione, che s’avvale della presenza di sue star direttamente scese dalle carrette di “Guerre stellari” (Liam Neeson e Harrison Ford, come sempre abbastanza inespressivo), mostra che l’irrazionale senso del dovere provoca solo una concatenazione di reazioni tutte negative. Se “mai tradire!” è l’imperativo dominante (anche quando significa solo cedere alla necessità di salvare vite umane) dovrebbe essere sostenuto da principi ed ideali condivisibili sia dai soggetti interessati che dagli spettatori. Non è così. In mancanza di un atteggiamento comune la storia, più o meno credibile (ma è sbandierata la derivazione da un fatto realmente accaduto), cerca di raccontare il valore assoluto della dignità. Alcuni dei protagonisti, insieme alla loro posizione gerarchica, la perderanno, ma la maggior parte, pur inconsapevoli delle ragioni delle azioni che compiono, hanno cercato di difenderla. Neanche una dozzina, superando paure, debolezze e incertezze, sono anche disposti a sacrificarsi per i compagni, fino al supremo sacrificio. Perché: si possono magari ingannare gli altri, ma non si può tradire sé stessi.



Gerardo, 53 anni, Como (CO).




Avvincente

(8/10) Voto 8di 10

Centotrentatre minuti di adrenalina pura. assolutamente da non perdere . due attori formidabili a confronto. ottima la regia.



Dionigi, 48 anni, Milano (MI).




Commovente

(10/10) Voto 10di 10

Considero questo film un grande contributo alla storia del cinema con interpretazioni e regia da oscar. Avvincente fin dal primo fotogramma. Bravi tutti, da Ford a l'ultima comparsa. voto 10.



nico, 47 anni, bari (BA).




L'opinione di Riccardo

(8/10) Voto 8di 10

Questo è certamente un film che può non piacere a tutti, quando si parla di sottomarini ci aspettiamo silurate e bombe di profondità a non finire e non il film sull'ultimo gioiello di una sgangherata potenza militare come la Russia. La Bigelow ci confeziona un bellissimo film su di una storia realmente accaduta all'equipaggio del K-19, vanto dalla marina militare Russa che pur di poter schierare un'arma potente fuori dalle acque territoriali americane davanti alla costa di New York fa uscire un sottomarino non ancora finito, senza avere tutte le attrezzature adatte come le tute antiradiazioni ed un sistema di raffreddamento secondario del nocciolo nucleare. Un film notevole per la sua storia, per l'abnegazione dei componenti dell'equipaggio, la Famiglia. Essi danno la vita per i loro compagni, lo fanno per eroismo e per senso del dovere. Una tragedia tenuta per anni nascosta ma che potrà essere rivelata al mondo dopo 28 anni quando cadrà il muro di Berlino. Il film è girato con autentica maestria, la sensazione è proprio quella di stare dentro il sommergibile, il contrasto tra i due comandanti non supera mai la linea del rispetto ed anche il tentativo di ammutinamento sventato dal vice-comandante rientra nella logica dell'intreccio. Le ricostruzioni degli ambienti sono veramente notevoli, trovo adeguate la fotografia ed il montaggio che rendono la storia di semplice comprensione. Quello che però in questo film trionfa è la colonna sonora che è veramente un inno al grande cinema. Il dosaggio della stessa è un qualcosa di veramente magico che ti cattura e non fa staccare la faccia dallo schermo. Solo la colonna sonora varrebbe il vedere questo splendido film, non faccio accostamenti a Caccia ad Ottobre Rosso dove tutto è più "personale", lì abbiamo un Russo col sogno americano qui abbiamo dei Russi molto più nobili ed umani perchè nonostante le difficoltà fino alla fine si sacrificano per i loro compagni e non pensano ai loro tornaconti vogliono solo tornare vivi alla loro casa e grazie a 7 eroi molti ce la faranno. Altri moriranno in seguito a causa delle radiazioni assorbite ma il k-19 torna a casa. Ritornando a Caccia ad Ottobre Rosso, bellissimo film, posso solo dire che Vostrikoff (il vero comandante del K-19 si chiamava Nikolaj Vladimirovi Zateev) non avrebbe mai dato il suo sommergibile in mani americane.



Riccardo, 41 anni, Montesilvano.





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