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01 settembre 2002 - Conferenza stampa
Kathryn Bigelow, Liam Neeson ed Harrison Ford
Intervista al regista e ai protagonisti di "K-19: The Widowmaker"
di Valerio Salvi
Ancora star e di prima grandezza, questa volta è il turno di Harrison Ford, Liam Neeson e Katherin Bigelow, rispettivamente protagonisti e regista di "K-19".
Mrs. Bigelow, perché ha deciso di fare un film prendendo spunto da un incidente e trasformandolo in un "action-thriller" carico di valori umani?
Prima di tutto l'elemento ispiratore è stato il tema dell'umanità, piuttosto che l'incidente e poi ero affascinata dalla possibilità di trascendere i confini geopolitici con temi universali, dalla possibilità di lenire le ferite di un brutto passato, dominato dalla Guerra Fredda, con un gesto distensivo. Volevo far vedere i Russi come eroi anche a noi americani; perchè i protagonisti di questa vicenda sono eroi ed in patria sono riconosciuti. Se non si fossero comportati così chissà cosa sarebbe successo.
Ma lei considera il film come una sorta di metafora del malfunzionamento del colosso russo, che ha poi portato al suo collasso?
Non volevo dare alcuna connotazione politica alla pellicola, quindi lo smantellamento della Russia non c'entra assolutamente. Tra l'altro, all'epoca in cui si svolgono i fatti eravamo nel '61 e la Russia doveva rispondere ad una concreta minaccia americana. I Russi erano tecnologicamente molto più avanzati di noi, come dimostrava anche lo sviluppo del programma spaziale, ma avevano trascurato l'aspetto della guerra relativo alla possibile offensiva sottomarina. La Guerra Fredda metteva in difficoltà ambedue i blocchi e quindi si osava più del dovuto.
La mia personale esperienza con i Russi, sia prima che durante la lavorazione del film, è sempre stata molto positiva e quindi ho pensato che se all'epoca i due blocchi avessero collaborato, invece di perdersi in uno sterile conflitto di posizione, chissà oggi dove avremmo potuto essere.
Ci sono delle controversie sulla fedeltà del film, la fondazione russa K-19 sostiene che le cose non si sono svolte come le vediamo sullo schermo. Quale è la sua posizione?
Io non ho sentito dire nulla in merito e le faccio presente che ho parlato con i spravvissuti del sommergibile che sono rimasti entusiasti e ci hanno fatto i complimenti. Prima di girare ci siamo consultati con l'equipaggio del "K-19", a cui abbiamo anche spiegato che ci saremmo presi delle licenze narrative per ricostruire dialoghi e situazioni. Loro hanno capito ed erano d'accordo. Io credo che le critiche di cui lei parla si riferivano ad una precedente versione della sceneggiatura, che non era perfettamente aderente ai fatti, che poi è stata modificata. Si tratta di una vecchia controversia totalmente superata.
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