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Nightmare detective
Affresco visionario a metà strada tra "Nigthmare- Dal profondo della notte" di Wes Craven e il "Tetsuo" del regista Shinya Tsukamoto, lo stesso autore di questo "Akumu Tantei - Nightmare detective". Proseguendo il tema dell'"urbanizzazione nell'uomo" cominciato con "Snake of June" e approfondito nel film premio Orso d'Argento al Fantasy Film Festival di Berlino nel 2005 "Vital", Tsukamoto fonde la realtà della Tokyo di oggi con la paura della morte, qui vista attraverso il suicidio e come liberazione della sofferenza umana.
Keiko Kirishima è un'abile poliziotta appena trasferitasi nel reparto investigativo della polizia di Tokyo. Purtroppo il primo caso non è dei migliori: due casi di suicidio legati tra loro da un'ultima telefonata fatta dalle vittime allo stesso numero di telefono registrato con la lettera "O". Keiko e il suo collega Wakamiya decidono di chiedere aiuto a un medium, e contattano così Kyolchi, conosciuto anche come "Nightmare detective" per la sua capacità di entrare nei sogni delle persone in procinto di morire. Quando anche Wakamiya muore in seguito alla telefonata fatta, per Keiko comincia un suo personalissimo incubo, che la porterà faccia a faccia con l'assassino...
Troppo facile relegare il film di Tsukamoto tra i B-movie presenti nel panorama degli horror nipponici. "Akumu tantei" cerca di penetrare più a fondo nelle conoscenza dello spettatore indagando negli incubi dei suoi personaggi e in quelli della società moderna, troppo distratta nel traffico della vita di tutti i giorni per accorgersi dell'intima sofferenza del singolo individuo. Nella pellicola di Tsukamoto c'è la violenza, quella cruda e "pasticciata" vista in "Tetsuo", ma anche la solitudine, del tutto metropolitana, di "Snake of June", e in questi elementi tenta di trovare una via d'uscita, proprio come si cerca un'uscita da un incubo. Una regia realizzata utilizzando una telecamera a mano e non una vera camera cinematografica, unita a una fotografia per lo più monocromatica, che alterna colori caldi e freddi con giusta misura semantica, nell'ambito della scena in cui si inserisce, rende il film un interessante esperimento onirico. Purtroppo, se la regia è degna di nota, la sceneggiatura, e più in generale la trama stessa, non convince troppo perdendo per strada un ottimo spunto "fumettistico" nel vorticare confuso di omicidi e sogni. E' così che un bel trhiller d'autore diventa, in buona sostanza, l'auto celebrazione di un artista visionario.
Davvero efficace la colonna sonora: pregna di pezzi angoscianti dalle influenze punk-rock. Musica che aiuta non poco ad entrare nello spirito del film. Da ascoltare.
Un B-movie, ma d'autore: in "Akumu tantei" ci sono tutti gli elementi che hanno reso celebre il regista giapponese Shinya Tsukamoto: violenza, angoscia, solitudine, frenesia, sesso e metropoli, il tutto unito dal collante onirico della trama. Un film che potrebbe diventare "di culto" per gli amanti del cinema giapponese, ma che si perde, a livello narrativo, nello stesso sogno del regista.
La frase: "...Si sta facendo tardi, pensavo di uccidermi tra un po'..."
Diego Altobelli
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