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Oceano di fuoco - Hidalgo
Lasciato il fido Brego, Viggo Mortensen ritorna immediatamente in sella, questa volta ad un "mustang", l'Hidalgo protagonista di questa pellicola in quello che si potrebbe definire l'anno del cavallo, quanto meno per Hollywood, che dopo Seabiscuit ci ripropone un'altra grande epopea di uno di questi quadrupedi.
Sulla scia di un vecchio classico degli anni settanta, Stringi i denti e vai, Joe Jonston (Jumanji) ci propone l'epopea di Frank Hopkins (Viggo Mortensen) e del suo mustang Hidalgo diventati famosi, quanto meno in America, per essere stati i primi partecipanti stranieri in una corsa di resistenza in Arabia. Frank è un uomo perseguitato dai fantasmi del suo passato e del suo essere un meticcio figlio di un'indiana e di un soldato. Incapace di convivere con le sue due nature, preferisce fuggire dalla civiltà e dividere la sua vita con il fidato cavallo ignorando, o fingendo, che il vecchio west sta scomparendo inghiottito dagli interessi e dalla crudeltà dei bianchi. Vivere nel circo di Buffalo Bill, una grottesca parodia di ciò che è stato, è diventato sopportabile soltanto con la tequila e la sua nebbia alcolica. Una vita ormai buttata via, quella di Frank, almeno fino all'affacciarsi di una nuova possibilità, di una sfida: partecipare ad un'estenuante gara di "endurance" in Africa, per dimostrare che gli stalloni purosangue non sono gli unici cavalli degni di esser definiti tali. In uno scenario tratto direttamente da Lawrence d'Arabia si svolgerà l'estenuante gara.
Paesaggi da sogno, una fotografia mozzafiato, supportata anche da qualche effetto digitale, sono le peculiarità di questa pellicola che soffre però di una lentezza cronica e di eccessivi momenti "cartolina" in cui sembra di stare più tra le pagine patinate di un catalogo Malboro Country, piuttosto che in un film. Il tutto viene solo parzialmente sfumato dalla presenza di un cavallo protagonista che ricorda molto un cartoon per certe sue performance ed espressioni in primissimo piano che fanno molto "Attanasio cavallo vanesio".
Curiosità: il termine mustang deriva da una parola spagnola che significa indomabile ed indica la razza ibrida utilizzata soprattutto dagli indiani d'America.
La chicca: Sono stati usati cinque cavalli per interpretare Hidalgo, anche se uno in particolare, T.J., è stato il modello su cui lavorare per la somiglianza degli altri.
La frase: "Dio non ha creato tutti gli uomini uguali, ci ha pensato Mr. Colt."
Indicazioni: Per chi non considera il ritmo parte fondamentale di un film.
Valerio Salvi
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