Flightplan - Mistero in volo
Dopo la tragica scomparsa del marito, Kyle (Jodie Foster), ingegnere aerospaziale, si imbarca con la figlia Julia su un volo transoceanico per dare una degna sepoltura al proprio congiunto. Durante il volo però la bambina scompare misteriosamente senza lasciare la minima traccia e poiché nessuno ha effettivamente visto la bimba, i passeggeri e l'equipaggio iniziano a dubitare della sanità mentale di Kyle.

Flightplan combina elementi del thriller tradizionale con elementi che si possono far risalire ad angosce e a timori posteriori all'undici settembre. Da una parte dunque abbiamo un'ambientazione claustrofobica e senza possibilità di uscita, il mistero di un rapimento consumato nell'area rigidamente circoscritta di un aereo in volo ed il dramma di una protagonista che si trova immediatamente in un ambiente ostile, costretta a battersi per la verità in una situazione di totale isolamento. D'altro canto Flightplan allude in maniera piuttosto evidente alla minaccia del terrorismo, alla paura dell'arabo inteso come "altro", come oggetto di un timore irrazionale ed istintivo. Ma il film trova il proprio punto di forza nell'interpretazione di Jodie Foster, che ancora una volta interpreta un personaggio femminile di grande spessore, che nonostante una fragilità apparente trova dentro sé l'energia e la determinazione per indagare sulla scomparsa della sua bambina (si tratta proprio della figlia della Foster).

Gli sceneggiatori di Flightplan cercano di costruire uno schema ad incastro in cui tutti gli elementi di questo mistero in volo compongono solo alla fine il quadro di quello che è effettivamente accaduto. Ma nonostante l'ansia di far combaciare tutti i pezzi del mosaico cercando di prevenire ogni possibile obiezione degli spettatori, la sceneggiatura non sempre riesce a fornire spiegazioni del tutto soddisfacenti su come sia stata costruita la cospirazione che ha al proprio centro la protagonista. Piuttosto riuscita è invece l'ambientazione fredda e tecnologica dell'aereo ultramoderno in cui si svolge la vicenda di Kyle, specialmente grazie alla regia di Robert Schwentke che nonostante qualche eccesso ai limiti del virtuosismo riesce a rendere gli spazi costretti di un volo di linea davvero opprimenti. Anche se appena accennata è interessante la reazione di quel piccolo microcosmo che si viene a formare all'interno dell'aereo, anche se il suo ruolo è completamente funzionale all'interpretazione di Jodie Foster, vero perno attorno al quale ruota la struttura del film. Ed è proprio questa attrice che rende il film di un qualche valore.

La frase: "Il film non è un granché, ma a 12.000 piedi non puoi alzarti e andartene"

Mauro Corso

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