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17 Ottobre 2005 - Conferenza stampa
"Flightplan - Mistero in volo"
Intervista a Jodie Foster e al regista Robert Schwentke.
di Mauro Corso
Alla conferenza stampa per la prima italiana di Flightplan - mistero in volo sono presenti il regista Robert Schwentke e Jodie Foster, in splendida forma. La Foster inizia subito ricordando il regista Sergio Citti, scomparso l'11 ottobre scorso. Jodie Foster aveva recitato in "Casotto" (1977).
Jodie Foster: Mi ha rattristato davvero molto la scomparsa di Sergio. Quando si lavora ad un film italiano accadono delle cose strane, mentre un attore recita chi sta intorno ride, grida o canta. Mi ricordo Sergio accanto alla macchina da presa che mi gridava in italiano mentre cercavo di interpretare la mia parte.
In questo film il suo personaggio prova l'angoscia di una madre che vede scomparire la propria figlia, un incubo in cui alcuni genitori sono entrati senza poterne uscire...
Jodie Foster: La sceneggiatura mi ha toccato davvero molto. Ad ogni genitore è capitato di perdere di vista il figlio in un luogo pubblico (una piscina, un supermercato) magari anche solo per 10 secondi e di vivere quegli istanti in modo angoscioso. Anche se i film aspirano a rispecchiare la realtà, la vita vera, non possono farlo. Nessuno che si trovi a realizzare un film può capire davvero cosa si provi in una situazione così dolorosa.
Come sceglie i suoi copioni?
Jodie Foster: Non scelgo mai la sceneggiatura in base al personaggio, ma baso la mia scelta su due criteri. Deve trattarsi di una storia che sento debba essere raccontata ed in secondo luogo devo rispettare il regista. Evito i registi mediocri, perché con il tempo ho imparato che con un regista non molto capace anche la mia recitazione ne risente in modo negativo.
Gli ultimi film che ha interpretato vedono al loro interno personaggi e situazioni estreme. Le interessano sfide di questo tipo, l'interpretazione di donne sopra le righe?
Jodie Foster: Sono molto conosciuta per i ruoli drammatici, ma mi interessano anche le commedie sentimentali. Ho partecipato al film di Jeunet quasi senza sapere che tipo di personaggio avrei interpretato, ma solo per il piacere di lavorare con lui.
Questo film affronta in maniera diretta una serie di angosce che sono caratteristiche dopo l'11 settembre, e ci sono altri film che parlano di questo tipo di paura come il recente Red Eye...
Robert Schwentke: In questo momento sono in realizzazione altri film ambientati su aerei. Credo che sia un modo per affrontare qualcosa di molto forte, ma anche un sistema per relazionarsi alle proprie paure. Quando abbiamo iniziato a lavorare su Flightplan il ricordo dell'11 settembre era troppo recente per poterne parlare direttamente. Forse sta per arrivare ora il momento per poter parlare di questi eventi.
E' vero che la sua parte era stata scritta per un uomo?
Jodie Foster: Il film era stato scritto per un attore maschile, ma poi io ed il mio agente abbiamo letto la scebeggiatura e a lui è venuta l'idea di farmi avere la parte. Il protagonista in origine era un ingegnere completamente orientato alla carriera, che dopo la morte della moglie si trova una figlia che praticamente non conosce. Non sa quale panino le piaccia, se si addormenti con l'orsacchiotto e così via. D'altra parte il Kyle originario si sente scivolare nella follia, mentre comincia a dubitare della proprie facoltà mentali. Così si tratta di due personaggi fondamentalmente diversi, che male si integrano. D'altra parte una donna viene più facilmente etichettata come "isterica" si tratta quasi di un profilo di genere, un po' come il profilo dell'arabo terrorista.
Ormai siamo piuttosto smaliziati sulle procedure Fbi per trattare con sequestratori, ed in questo film ci sono delle cose che non tornano del tutto...
Robert Schwentke: Si tratta di una precisa scelta registica. Talvolta bisogna stabilire delle priorità, anche in termini di tempo. Volevamo stare completamente dal punto di vista della protagonista, lontani da complicate spiegazioni di tecniche e procedure.
Anche in Panic Room c'è una madre che cerca di difendere la figlia. Ci sono delle somiglianze?
Jodie Foster: Ci sono delle somiglianze, ma si tratta di film fondamentalmente diversi. In Panic Room la macchina da presa è neutrale, fredda, non da giudizi. In Flightplan la macchina ha al suo centro il personaggio, lo sgretolamento del suo piano razionale: Kyle perde il controllo, accusa gli altri e questo si riflette nei movimenti di macchina. Si potrebbe dire che Flightplan è più hitchcockiano, mentre Panic Room è più visivo.
Invece come sta andando la sua casa di produzione?
Jodie Foster: La casa di produzione è chiusa. Ci sono ancora dei film in produzione e progetti a cui lavorare, ma si tratta di un'esperienza ormai conclusa: era troppo difficile conciliare il tutto. Sono in lavorazione Sugarland, un film sui migranti jamaicani nella Florida del sud che vedrà tra i suoi attori me e Robert de Niro. E poi c'è il progetto su Leni Riefenstahl. Ci sono state molte polemiche sulla realizzazione di questo film. Alcuni hanno detto che il film non doveva essere fatto, altri ne erano lieti... ma in realtà nessuno ha visto la sceneggiatura e non esiste neanche un metro di pellicola girata. Quando sarà pronto direte voi stessi se è un film controverso o no.
Durante l'intervista Jodie Foster non si è mai servita dell'interpreta, dimostrando una buona comprensione della lingua italina, che ha studiato fin da quando aveva 18 anni. In conclusione però Jodie dice di non sentirsi di parlare in italiano... troppe eccezioni...
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