Ultimatum alla Terra
Nonostante lo status di classico della fantascienza raggiunto, "Ultimatum alla Terra", firmato nel 1951 dal grande Robert Wise ed incentrato sull’alieno benevolo dall’aspetto umano Klaatu, atterrato a Washington con l’obiettivo di incontrare i leader del mondo al fine di avvertirli che la violenza commessa dall’uomo verso i suoi simili minaccia la sopravvivenza di altre civiltà dell’universo, si presenta agli occhi dello smaliziato spettatore del terzo millennio semplicemente come bel film di genere non troppo distante dai b-movie più riusciti.
Quindi, con Keanu "Matrix" Reeves nei panni di Klaatu al posto dell’originale Michael Rennie e la vincitrice del premio Oscar Jennifer Connelly in quelli della nota scienziata Helen Benson che, insieme al figliastro Jacob, interpretato dal Jaden Smith pargolo del celebre Will, cerca di cambiare le negative sorti del pianeta, possiamo tranquillamente affermare che un remake del lungometraggio di Wise presenta tutt’altro che le fattezze di un’inutile operazione commerciale.
Infatti, con il bianco e nero del capostipite mutato in cupi toni fotografici che fanno ampio sfoggio di dominanti tra il verde e il blu, torna ovviamente in scena anche la gigantesca guardia del corpo robotica extraterrestre Gort, del tutto ricostruita in CGI e notevolmente aumentata in fatto di dimensioni, mentre si nota dal punto di vista visivo l’influenza – involontaria o no – di moderni fanta-movie di fine XX secolo del calibro di "Independence day" (1996) e perfino "Il fluido che uccide" (1988), con non pochi momenti che toccano l’horror.
Del resto, se da un lato il cast include anche Kathy "Misery non deve morire" Bates e il James Hong che i fan di John Carpenter ricorderanno per essere stato il David Lo Pan di "Grosso guaio a Chinatown" (1986), dall’altro al timone di regia abbiamo lo Scott Derrickson che, prima ancora di farsi notare nel 2005 con il discusso "The exorcism of Emily Rose", aveva co-sceneggiato il secondo "Urban legend" e diretto il quinto "Hellraiser"; non c’è quindi da stupirsi se gli spaventi non mancano e vengono tirati in ballo addirittura pericolosi sciami di insetti assassini.
Con messaggio pacifista opportunamente rivisitato e spettacolarità mai abusata, grazie alla sapiente distribuzione di esplosioni ed effetti speciali nel corso dei circa 103 minuti di visione.

La frase: "Sono entrati nel nostro sistema, sanno tutto di noi".

Francesco Lomuscio

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