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Travaux - Lavori in casa
"Abito nella stessa casa da venti anni, ho cominciato con una stanzetta e poi, poco a poco, ho comprato le stanze dai vicini per farne un vero appartamento. Ho cambiato la porta d'ingresso ben cinque volte da quando ci abito. So tutto dei lavori in casa: ci sono quelli che si improvvisano con gli amici, quelli che si accroccano con degli pseudoarchitetti e quelli chic con un vero architetto.
Ogni volta ne sono uscita sfiancata, esangue, ma finalmente felice. Abito nel risultato di questi lavori, e se ci ripenso mi viene da ridere...".
Basterebbe questo estratto da una lunga dichiarazione della regista Brigitte Roüan per capire da che parti siamo in Travaux-Lavori in casa, sua ultima fatica, che vede una brava ed ancora invidiabilmente sexy Carole Bouquet, alla non più giovanissima età di 48 anni, nei panni dell'avvocato progressista Chantal Letellier, impegnata con tutta se stessa a difendere i deboli, la quale, ottenuto il permesso di lavoro per un giovane architetto colombiano, decide di affidargli la ristrutturazione della sua casa. E' subito evidente, quindi, che, nonostante lo scanzonato tono da commedia, intuibile a partire dai surreali titoli di testa, al centro della pellicola si trovi il problema dell'immigrazione clandestina, tanto più che l'architetto porta con se, come operai, sei connazionali "sans papier" non esattamente specializzati; e, tra calcinacci e cemento fresco, ad accentuare ancora di più la presa di posizione prettamente sociale del film è il fatto che essi non siano interpretati da attori professionisti, ma da veri e propri lavoratori dei cantieri, infatti la regista prosegue: "Qualche attore colombiano a Parigi c'era, ma senza la fisicità e il savoir faire dei veri operai. E poi mi piace mescolare attori professionisti e non, con questi ultimi, chiaramente cambia il modo di lavorare. Li ho diretti in francese e spagnolo, i non professionisti non sanno fare finta, hanno bisogno di realismo. Per esempio, bisognava mettere la musica in presa diretta perché potessero urlare, di colpo abbiamo avuto bisogno di post sincronizzare tutto e loro si sono rivelati stupefacenti in quanto a precisione. Il loro apporto al film è stato essenziale. Nessun attore avrebbe potuto rendere la stessa autenticità".
Ma, al di là di questo aspetto da film neorealista francese d'inizio millennio, che si avvale anche di un cammeo di Hugh Grant nel ruolo di un vicino di casa, ciò che più ci delizia in Travaux-Lavori in casa è la presenza di Jean-Pierre Castaldi, il quale, reduce dalla trasferta inglese dell'avventuroso George & the dragon (2004), ci regala i momenti più esilaranti del lungometraggio, incarnando ottimamente Frankie, appiccicoso ed invadente spasimante di Chantal. E, nell'insieme, ritroviamo con piacere anche il nostro Aldo Maccione, volto storico della commedia popolare tricolore recentemente "riesumato" da Aldo, Giovanni e Giacomo, il quale, tra l'altro, si cimenta anche in un'interpretazione de La donna è mobile, nel pieno della notte.
Peccato che, al di là dell'allegoria socio-politica, non si riesca a capire bene dove l'autrice voglia andare a parare; tra l'altro, il mix tra commedia e "surrealismo musicale" (vi è perfino una parentesi rap, a suo modo fastidiosa), finisce per diventare ripetitivo con il passare dei minuti. Fortunatamente, però, il film dura soltanto poco più di un'ora e mezza. A voi la scelta.
La frase: "E' sempre così con i lavori, si sa quando si comincia, ma non si sa quando si finisce".
Francesco Lomuscio
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