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Speciale: Venezia '62 / Memorie Veneziane
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Il diario quotidiano dei nostri inviati con il resoconto di quanto accade al Festival, cinema ma non solo...
  
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 05.09.2005 - Memorie Veneziane
  
Siamo in un punto (a)critico. 
Mi è capitato di discuterne oggi con un amico critico cinematografico (di cui è meglio non rivelare il nome) in Terrazza Martini. 
Siamo arrivati in un punto dove le nostre emozioni sono completamente disintegrate. Un punto dove il Festival del Cinema di Venezia perde, pian piano e in modo doloroso, quell'entusiasmo normalmente definito "cinefilia". 
Insomma, guardiamo le "categorie veneziane": la stampa (tra cui noi di Filmup.com) rischia di svenire ogni secondo per lo stress lavorativo, il pubblico pagante sembra essere molto più interessato a vedere i vip in passerella che a vedere le pellicole, e gli accrediti cinema (più o meno tutti studenti universitari) si sono allestiti come fossero in una festa balneare. 
Sia chiaro che non stiamo compiendo un'operazione-nostalgia della magia veneziana degli anni d'oro. Semplicemente si respira un'aria molto poco cinefila. Non c'è entusiasmo. In compenso, a dilagarsi come un virus contagioso tra le persone presenti nella Mostra, è la disintegrazione mentale. 
Troppe immagini che scorrono nel cervelo. Manca il tempo per metabolizzare il tutto. 
Insomma, Ghezzi docet: "Non è il tempo a mancarci, siamo noi che manchiamo al tempo". 
Una frase perfettamente funzionale per questo Festival, oggi. 
  
Presenti in passerella: Elijah Wood, Russel Crowe, Anthony Hopkins e Renèe Zellweger. 
In cartellone sono brillati i nomi di Abel Ferrara e John Turturro, che con i loro "Mary" e "Romance & Cigarettes" hanno diviso la critica e il pubblico. E meno male aggiungerei. Almeno non ci hanno ancora tolto la sfiziosa malizia del dibattito, in fondo così meravigliosamente necessaria. 
E domani, solita sveglia all'alba: arriva il primo film italiano In Concorso, "I giorni dell'abbandono" di Roberto Faenza.
  
di Pierre Hombrebueno
  
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