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Gli effetti visuali (1/3) di Pierfilippo Siena
Mentre Burtt ed i suoi collaboratori erano impegnati nel preparare il nuovo mixage, alla Industrial Light & Magic continuava il lavoro teso ad ampliare e migliorare gli effetti visuali. Ben lungi dall'apportare cambiamenti radicali al film, l'idea di base era quella di affidarsi ai copioni originali per reinserire scene che erano state tagliate o non realizzate per mancanza di tempo o di mezzi.
Il processo ha avuto inizio verso la fine del 1993 sotto la supervisione del produttore Rick McCallum, coadiuvato da un gruppo di cui facevano parte Dennis Muren, plurivincitore di Oscar e già impegnato per la prima versione del film, John Knoll, Joseph Letteri, Alex Seiden e Steve Williams, tutti esperti della ILM. Il lato ironico del compito non è sfuggito al team della ILM. George, ha raccontato il produttore McCallum, aveva creato la ILM per poter realizzare i suoi effetti speciali per Guerre Stellari. Nel 1997, dopo l'incredibile sequela di film ai quali la struttura ha contribuito, mettendo a segno una serie di conquiste tecnologiche, le nuove tecnologie sviluppate alla ILM sono state riconvogliate nella nuova edizione speciale del film.
Nel dare inizio al lavoro della durata di 3 anni necessari per completare l'Edizione Speciale, Muren ha adottato come guida un videotape di Guerre Stellari per illustrare le idee iniziali di Lucas ai colleghi della ILM, i quali hanno poi disegnato una serie di storyboard. La successiva tappa è stata quella di organizzare presso la ILM una proiezione di Guerre Stellari alla quale far partecipare il regista per esporre altre idee per l'Edizione Speciale.
Il team della ILM condivideva un fermo proposito, quello di evitare che le animazioni realizzate in computer grafica bucassero lo schermo una volta accostate agli effetti ottici e meccanici prodotti 20 anni prima ed inseriti in inquadrature che solo il ricorso a grande inventiva aveva reso possibili quale, ad esempio, l'impiego di una calza di nylon tesa sugli obiettivi delle macchine da presa per filtrare l'accecante sole tunisino. L'impresa consisteva nell'inserire in maniera invisibile le nostre immagini di sintesi in contesti espressivi di materiale realizzato anni prima allo scopo di ampliare e non di cambiare, ha precisato John Berton, supervisore della computer grafica. In aggiunta, alcuni dei sofisticati movimenti di macchina utilizzati per talune riprese, avrebbero dovuto essere ricreati per consentire agli animatori della ILM l'inserimento degli elementi in CGI. Le tecnologie digitali, che hanno visto la ILM rivestire un ruolo pionieristico per pellicole che vanno da Jurassic Park a Twister e Jumanji, sono state impiegate in modo intenso per aggiungere profondità a 2 sequenze chiave di Guerre Stellari: l'arrivo del Landspeeder con a bordo Luke Skywalker, Obi-Wan Kenobi, D3-BO e C1-P8 nel porto spaziale di Mos Eisley ed il confronto tra Han Solo e Jabba the Hutt, quest'ultima sequenza, girata nel 1976, non era stata inclusa nel montaggio finale.
E' stato fatto molto lavoro per migliorare la sequenza dell'ingresso a Mos Eisley, ha spiegato Lucas. Venti anni fa non ero riuscito a farne il porto spaziale brulicante d'attività che volevo. La ILM ha ripreso prima un'estesa miniatura di Mos Eisley e poi il suo stesso personale indossante i costumi originali del film mentre camminava sopra ad un grande tappeto blu. La gente a passeggio è stata quindi compositata con le strade del modellino mentre con l'ausilio della CGI hanno preso vita i droidi da lavoro ASP-7, veicoli Swoop bike, i Ronto cavalcati dai Jawa, altri piccoli animaletti simili a topi ed i Dewback, i lucertoloni utilizzati dai Sandtrooper dell'Impero. Nel cielo del porto spaziale inoltre si vedono astronavi atterrare e decollare ed è possibile riconoscerne alcuni tipi visti nel corso dell'intera trilogia.
Profonda insoddisfazione era stata pure espressa da Lucas per il risultato non eccelso ottenuto 20 anni prima per cancellare, con l'ausilio di una maschera di vasellina, le ruote che in realtà tenevano il veicolo di Luke sollevato dal suolo. Nell'Edizione Speciale di Guerre Stellari l'immagine è nitida e non presenta alcun difetto rilevante. Subito dopo la cattura da parte di uno Star Destroyer della flotta imperiale dell'astronave che trasporta la Principessa Leila, i 2 droidi D3-BO e C1-P8 riescono a fuggire in un guscio di salvataggio atterrando sull'arido pianeta Tatooine dove vengono catturati dai piccoli Jawa, popolo del deserto che vive a bordo di giganteschi cingolati chiamati Sandcrawler, veri e propri depositi viaggianti di droidi da riparare e rivendere agli agricoltori delle idrofattorie. Per aggiungere altre inquadrature del veicolo terrestre in marcia, il vecchio modello costruito per Guerre Stellari è stato prelevato dagli archivi della Lucasfilm e filmato di nuovo.
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