11 Maggio 2011 - Conferenza
"Midnight in Paris"
Intervista al regista e al cast.
di Donata Ferrario

Serio, quasi a disagio, Woody Allen, accompagnato dalla coppia protagonista di Midnight in Paris - che ha inaugurato il 64° Festival di Cannes - Owen Wilson e Rachel McAdams, più Adrien Brody, Léa Seydoux, Michael Sheen, ha incontrato i rappresentanti della stampa internazionale, che gli hanno tributato a fine proiezione applausi convinti, tanto da definire Midnight in Paris una delle migliori aperture del Festival di questi ultimi anni.

Woody Allen: "Sono molto agitato, ma so che da stasera in poi tutto diventerà più rilassante!".

Cosa rappresenta Parigi per lei?
Woody Allen: Certo è la città più affascinante del mondo. Il film è nato pensando a Parigi, volevo girare lì, poi è arrivato il titolo, Midnight in Paris: mi sembrava romantico e poetico. In realtà non avevo proprio idea di cosa dovesse succedere a Parigi a mezzanotte! Ci ho pensato tanto, finché è arrivata l'idea del viaggio nel tempo. Altrimenti avrei dovuto cambiare titolo!

Woody Allen ha nostalgia del passato?
Woody Allen: Il mito di poter vivere in un'epoca diversa dalla nostra è una grande trappola. Si crede possa essere divertente, ma il segreto per vivere bene è cercare le cose migliori nel tempo in cui si vive. È un mito perché del passato, in realtà, si conserva solo il meglio e per questo abbiamo degli anni Venti o della Belle Epoque un'immagine meravigliosa. Anche se poi allora non esisteva l'anestesia quando andavi dal dentista, non c'era l'asciugacapelli e l'aria condizionata negli alberghi, cioè tutte quelle cose che rendono confortevole la nostra vita!

Nel film il protagonista, Gil, incontra di notte molti artisti, letterati, pittori…
Woody Allen: Ero un grande ammiratore di questi artisti, quando ero più giovane, sono state le icone della mia adolescenza, per me è stato facile descriverli, anche cercando il loro lato comico

Perché Parigi?
Woody Allen: Intanto mi piace allargare i miei orizzonti, vagare da una città all'altra. Parigi la conoscevo da turista negli anni Sessanta, ma coltivavo il suo mito dai film americani. La mia idea di una città viene tutta da lì, dal cinema. In effetti cerco di stare più attento alle emozioni e alle impressioni rispetto alla realtà. Luoghi come il Giardino di Monet a Givenchy, il ristorante Chez Maxime's, le bancarelle dei libri sulla Senna, Versailles e la libreria Shakespeare & co… Per non parlare della pioggia, che rende Parigi bellissima. Durante le riprese ci sono stati diversi giorni di pioggia. Mi è andata bene!".

Cosa può dire Woody Allen del cinema francese?
Woody Allen: Lo amo: da Truffaut a Godard, da Resnais a Renoir e, naturalmente, René Clair. Noi americani li abbiamo studiati e ci hanno insegnato tanto. Erano veri artisti, come Buñuel e Fellini. Mi hanno insegnato il concetto di arte, contro quello tipicamente americano dell'industria e del desiderio di fare soldi con prodotti commerciali. Io non mi sento un artista, anche se alcuni dei miei film sono buoni. Sono solo un uomo molto fortunato e dalla lunga carriera

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