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13 Giugno 2005 - Conferenza stampa
"Silenzio tra due pensieri"
Intervista al regista del film.
di Mauro Corso
Quale motivazione è stata data per il sequestro della pellicola da parte delle autorità iraniane?
Babak Payami: Non mi è stata mai comunicata. Sono contento che la mia casa professionale sia in Italia, ma come cittadino canadese confesso che quando non mi trovo in Canada mi trovo in Iran. La sedia sulla quale mi trovo ha due piedi in Iran e due piedi in Canada.
Forse il film acquisisce maggiore valore proprio per la sua imperfezione. Però ci piacerebbe sentire una presa di posizione più forte a proposito di quanto accade nel suo paese.
Babak Payami: Grazie per la solidarietà riguardo alle condizioni non ottimali del film. Io sono un cineasta che mantiene i propri principi e non ha paura di guardare negli occhi l'avversario. Ma non sono un politico impegnato e non mi riconosco l'autorità di emettere giudizi ed effettuare analisi politiche, per questo non voglio esprimermi a proposito delle elezioni in Iran. Un illusione chiamata elezioni.
Ma è stato visionato il film prima di essere sottoposto a censura o è stato sottoposto a questo provvedimento sulla base della sceneggiatura? Secondo lei quale potrebbe essere stato il motivo, la denuncia del dogmatismo, oppure la descrizione della condizione della donna...
Babak Payami: Io non vedo quella parte del sistema che si è scontrata con me come un'entità dotata di profondità o sofisticazione. Sono stato prima fermato, poi rilasciato, poi ripreso nuovamente ed infine liberato. Mi sembra una dittatura molto primitiva. Quando sono stato interrogato e maltrattato, anche se mai fisicamente, ho chiesto a chi mi faceva le domande se avesse visto il film. Mi ha risposto che non ce n'era bisogno.
Dove ha avuto luogo questo interrogatorio?
Babak Payami: In un palazzo senza insegne e senza particolari che lo ricollegassero ad un ente statale. Dopo il rilascio ho chiesto spiegazioni al Ministero dell'orientamento islamico, che si occupa anche di cinema, ma non sapevano dirmi nulla. Stessa cosa alla Casa del cinema. Anzi, questi mi hanno detto di rivolgermi al Ministero dell'orientamento islamico per avere informazioni.
Ma con tutto quello che succede in Iran, le elezioni, eccetera... non potrebbe prendere una posizione più forte?
Babak Payami: Temo che questa domanda sia una provocazione, ma tenterò comunque di rispondere in modo intelligente. Secondo me il cinema è come la musica. Io cerco di trasmettere dei sentimenti allo spettatore per condividerli con lui. Questo film si apre con degli spari. Poi entra in scena un ordine religioso senza capo né coda, e al boia che si vede nelle scene iniziali cominciano a venire dei dubbi sull'autorità alla quale deve ubbidienza. La vittima è una donna, ma lui la accetta in casa propria e nonostante tutto inizia a provare dei sentimenti per lei. Si tratta di una serie di dubbi che conducono ad una conseguenza mortale. Poi c'è la proibizione alle donne di recarsi in pellegrinaggio, divieto che viene violato. C'è una contrapposizione tra una società patriarcale e una società matriarcale.
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