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13 Giugno 2013 - Conferenza
"Cha Cha Cha"
Intervista al regista e al cast.
di Francesco Lomuscio
Anche nelle parole di Paolo Del Brocco di Rai Cinema e del produttore Angelo Barbagallo, si tratterebbe di un tentativo di ritorno a quel cinema di genere che, nell'Italia d'inizio XXI secolo, sembra essere ormai da tempo dimenticato e sepolto, nonostante qualche timido tentativo di rinascita rappresentato, però, soprattutto da lavori concepiti da cineasti indipendenti.
Con Luca Argentero nei panni del detective privato Corso, alle prese con le indagini sulla morte di un sedicenne avvenuta, a quanto pare, a causa di un incidente stradale, "Cha cha cha" è il lungometraggio che segna il ritorno di Marco Risi dietro la macchina da presa, a quattro anni dal riuscito "Fortapàsc" (2009).
Un noir ambientato nella Roma cinica e grigia degli intrighi, degli affari sporchi e delle intercettazioni, del tutto opposta a quella piaciona, sonnolenta e pigra del recente "La grande bellezza" (2013) di Paolo Sorrentino; di cui si è parlato anche nel corso della conferenza stampa di presentazione del film svoltasi nella capitale, alla quale, oltre al regista e al protagonista, hanno preso parte i produttori e gli attori Claudio Amendola, Eva Herzigova e Pippo Delbono.
Ultimamente, di questo film è stato più volte detto che rappresenta un po' l'altra faccia de "La grande bellezza" di Paolo Sorrentino...
Marco Risi: In realtà, si tratta di due film completamente diversi, perché ne "La grande bellezza" abbiamo una Roma vista attraverso gli occhi di un giornalista stanco che è un po' Marcello Mastroianni, mentre qui il protagonista è un investigatore privato interpretato da Argentero e coinvolto nel racconto dei lati oscuri del potere. Un ex poliziotto idealista e desideroso di condurre il gioco in un modo più chiaro e onesto, fino ad accorgersi, però, dell'impossibilità di questo suo desiderio.
Quale Italia si voleva raccontare tramite il film?
Marco Risi: Volevo fotografare l'immagine di un paese in cui tutti sembrano coinvolti nello stesso gioco di potere, tranne uno. Io credo che ci troviamo in un periodo in cui qualche cosa stia cambiando, perché si sta perdendo l'adesione a un pensiero comune del tutto sbagliato che, dal periodo andreottiano in poi, ci ha uniti nella convinzione sbagliata di una realtà delle cose mai modificabile. Credo che si stiano aprendo degli squarci di luce e ciò ci deve portare a credere nelle nostre capacità di cambiamento. Perché questo paese è bello, ma anche cialtrone, quindi deve cominciare a diventare un po' più serio.
La sceneggiatura è stata scritta a tre mani con Andrea Purgatori e Jim Carrington. In che modo è avvenuta la suddivisione del lavoro?
Marco Risi: Inizialmente, l'idea non era quella di fare un film di genere, ma di raccontare le trattative tra Stato e mafia, però non ero convinto del tema. Alla fine, mi ha incuriosito fotografare una fetta del paese attraverso gli occhi di un investigatore privato. Per farlo non potevo che collaborare con Andrea Purgatori, insieme al quale, tra l'altro, ho firmato "Il muro di gomma", e con Jim Carrington, che si è occupato di suddividere le scene.
Quanto è stata complessa la realizzazione della sequenza della doccia, in cui Luca, completamente nudo, finisce coinvolto in un violento scontro?
Luca Argentero: Le preoccupazioni sono del tutto diverse rispetto a una normale scena di nudo, perché dovevamo rendere il momento dinamico evitando di farci male. Io credo che la scena funzioni, indipendentemente da quanti vestiti indosso, perché riesce a trasmettere adrenalina, paura e incertezza tra il buio e le ombre del set.
Dopo tanti anni di televisione, Claudio Amendola torna al cinema, proprio con Marco Risi, che lo diresse in "Mery per sempre"...
Claudio Amendola: Tornare a lavorare con Marco è stata una gioia infinita, soprattutto dopo un periodo di lunga lontananza dal cinema in cui ho cercato di capire se ci fosse ancora uno spazio per me. Mi ha offerto un personaggio che avrebbe fatto la gioia di qualunque attore, perché richiede di giocare tutto sulla doppiezza, l'ambiguità e il mistero. Inoltre, in questo film ho conosciuto un interprete veramente forte come Luca, non solo un professionista con una gran voglia di fare questo mestiere, cosa che io ho perso da un po', ma anche l'unico che è riuscito a menarmi sul set (ride).
Anche Eva Herzigova fa il suo ritorno al cinema...
Eva Herzigova: Ho stentato ad accettare questa opportunità, ma, quando ho letto la sceneggiatura, ho compreso la bellezza di un personaggio sconvolto dalla disperazione. Inoltre, si trattava di un ruolo che non richiedeva di mostrare nemmeno una spalla e questo particolare è stato importante per definire un carattere profondo e colmo di rabbia.
Per il detective Corso sono previste altre avventure?
Marco Risi: Difficile a dirsi. Queste cose dipendono dagli incassi, quindi, se riusciamo a fare almeno dieci milioni di euro, ovvero il minimo previsto, potremmo pensare a un sequel. In quel caso, mi piacerebbe riprendere l'amore tra Corso e Michelle.
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