Basta, non se ne può più di gente che visiona film di produzione americana con l'esclusivo intento di stroncarli in maniera acritica e ridicolmente forzata. Siete di una banalità ed una prevedibilità stucchevoli: sareste capaci di vedere dell'americanismo anche nei colori della grafica di questo sito. Mi rivolgo ora a Gabriel, 28 anni: amico, sarai l'unico vero marziano qua sulla Terra, perché non saprei spiegare altrimenti la tua aspettativa di un film che tratti di missioni spaziali senza americani. La NASA è la principale e più vecchia agenzia spaziale del mondo, alla quale si ascrivono le imprese principali, il budget più corposo e i più seri programmi per il futuro, e gli americani non possono non essere i protagonisti di qualsiasi film del genere che voglia essere credibile. Ma magari tu ti aspettavi di vedere una stazione orbitale realizzata dall'agenzia spaziale di Cinisello Balsamo, con equipaggi addestrati all'accademia navale di Casalpusterlengo. Per piacere, svegliamoci. Se mi vieni a parlare di Abu Ghraib in un commento ad un film del genere, posso solo pensare che lo fai per la frustrazione di aver visto la tua improbabile carriera politica stroncata sul nascere, e la cosa non mi sorprenderebbe, a vedere il modo maldestro, goffo e pretestuoso con cui sei intervenuto in questa sede. Qui si parla di cinema, grazie. Ci sono siti e forum altrove per la politica, sempre che tu non ne sia già stato bannato, come del resto penso. Torniamo al film: l'osservazione che le musiche siano scadenti ha dell'incredibile, ma va rispettata in quanto tale. C'è chi ha orecchio per la musica e chi per il tunz-tunz. Dico solo che la colonna sonora è firmata da Ennio Morricone, ed è forse la cosa più bella di tutto il film (e non perché italiana, come di origini italiane è pure il regista, Brian De Palma). In merito alla battuta finale ("Divertiti, Jim!"), Luke non fa altro che restituire all'amico l'augurio che questi gli aveva fatto all'inizio del film. Non ci vedo nulla di osceno, anzi. La sola critica che faccio riguarda un elemento della trama (attenzione: SPOILER) per cui gli alieni vittime di una catastrofe planetaria dedidano di emigrare in massa verso l'ignoto (addirittura un'altra galassia!) anziché insediarsi sulla vicina Terra, dove già sarebbero presenti, come si vede, oceani e terre emerse. Quantomeno inverosimile (questo sì lo è, caro Gabriel, non che la bandiera americana venga reinnalzata all'indomani di una tragedia personale -.-'), ma riflette una precisa scelta degli sceneggiatori, e dà modo, se non altro (e forse è precisamente questo il loro intento) di assistere alla suggestiva, stupenda, quasi commovente sequenza (a mio giudizio il vero apice del film) in cui è riassunta la miracolosa - perché tale resta, al di là di tutto - evoluzione della vita sulla Terra, dalla Pangea all'emisfero notturno punteggiato dalle luci delle città umane, il tutto grandiosamente sottolineato dall'intenso commento musicale dell'Ennio nazionale. Voto 10.
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