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"MISSION TO MARS"
siamo andati a vederlo, in anteprima, per voi.
Resoconto del nostro inviato Valerio Salvi |
Diario del "Visionario"
(Martedì 02 Maggio 2000)
Finalmente un film di cassetta, ma non solo, anche di fantascienza (mio argomento preferito)! Visione "ristretta" nella saletta della Buena Vista, distributore del film. L'impatto lascia di sale. Poltroncine stile megafantadirettoregenerale alla Fantozzi, insonorizzazione totale (credevo di essere sordo), audio no comment. Il primo pensiero è stato: sono il responsabile Buena Vista, è sabato, sai che faccio? ...chiamo i miei amici e ci vediamo un filmetto da me! Tanto per evitare la bolgia infernale dove tutta quella gente si ammazza per entrare al cinema (peraltro facendomi arricchire).
Comunque, si tratta di un colossal epico. C'è tutto: dramma, suspence, modellini di astronavi, grafica al computer, alieni, sponsor (tanti) e... citazioni. Troppe citazioni! Non credo che per definirsi maturo un regista debba per forza sfornare un'opera come "2001 Odissea nello Spazio", anche perché il capolavoro è, e rimane, uno solo. Alla fine del film mi son detto: cosa ho visto? Beh, un po' tutto; un'emergenza mortale in pieno spazio con grande calma degli astronauti (Apollo13), scene all'interno dell'astronave e all'esterno in perfetto stile 2001, un finale identico a Star Trek e uno studio sulla comunicazione extraterrestre come quello di Contact. De Palma a shakerato tutto insieme, lo ha guarnito con la sua tipica maestria ed ecco fatto: MISSION TO MARS.
In ogni caso si tratta di un film appagante e, in alcuni momenti, commovente. Il regista ha anche voluto darci un saggio della sua bravura con un lungo piano sequenza (si era allenato in "Omicidio in Diretta") che accompagna tutti i titoli di testa, 6/7 minuti circa. Indiscutibile anche l'aspetto tecnico-scientifico curato ad un livello quasi maniacale grazie anche al supporto fornito da tecnici della NASA.
Terminata la visione ho fatto la mia piccola riflessione sugli attori. Gary Sinise ormai fa solo l'astronauta sfigato che deve rimanere a terra (Apollo 13); Jerry O' Connel è il perfetto americano bistecca e torta di mele e poi si muove bene in assenza di gravità visto che per anni ci ha allietato (!?) con "Il Mio Amico Ultraman" (non ditemi che non lo vedevate tutti i giorni in TV); Tim Robbins è grande, ma d'altronde è anche uno degli attori americani dotati di intelligenza propria (infatti ha sposato Susan Saradon) ed infine Connie Nielsen inserisce un tocco coreografico, e Don Cheadle supporta il "politically correct" (non si può non avere un uomo di colore in una missione NASA).
Curiosità: quanto ha pagato la Silicon Graphics per far apparire il suo marchio ovunque? E la "Dr. Pepper" (bevanda diffusa solo nel mercato americano)? TANTO! Ma è giusto così se uno sponsor, peraltro abbastanza silenzioso, può aumentare il budget di una produzione perché non avvalersene. Tanto più che resto sempre più convinto che un film di fantascienza a bassissimo costo non potrà mai essere un capolavoro.
Indicazioni:
Per tutti; appassionerà chi non ha un grande back-ground di cinema di fantascienza e comunque anche l'amante del film di categoria ne uscirà contento di non aver visto la solita "cretinata intergalattica".
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