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Mission To Mars
Il primo veicolo ad "atterrare" su Marte si chiamava Mariner 4, era il 1965. Nel 1997 tutto il mondo è rimasto a bocca aperta osservando le immagini del pianeta rosso trasmesse da Pathfinder. Nel 2000 il nuovo film di Brian de Palma ci fa immaginare come sarà nel 2020, l'anno previsto dalla NASA per l'arrivo dell'uomo su Marte. Il comandante della missione Mars one, Luke Graham (Don Cheadle "Boogie Nights - L'Altra Hollywood", "Vulcano - Los Angeles 1997"), manda un arcano messaggio alla base sulla terra dopo che il suo equipaggio è stato sterminato da un oscura forza al loro arrivo sul pianeta Marte. Per soccorrere gli astronauti viene mandata una missione di soccorso Mars two capitanata dal comandante Woody Blake (Tim Robbins "Arlington Road - L'Inganno", "Le Ali della Libertà") e sua moglie Terri Fisher (Connie Nielsen "Il Gladiatore", "L'avvocato del Diavolo"), Jim McConnel (Gary Sinise "Apollo 13", "Forrest Gump") e il giovane Phil Ohlmier ("Scream 2", "Jerry Maguire"). L'idea di fare un film che descrivesse una missione spaziale su Marte ha da sempre interessato il produttore Tom Jacobson, soprattutto dopo che si era riacceso l'interesse generale sul pianeta dopo la missione del '97. Il problema principale che si presenta quando si decide di girare un film del genere è quello della verosimiglianza, tutto cioè deve sembrare reale, e non è facile rappresentare una missione spaziale o gli esterni di un pianeta che non sia il nostro. Per ottenere il meglio sono sempre stati presenti fin dalle prime fasi di lavorazione dei tecnici o degli astronauti della NASA, che hanno dato la loro consulenza, tutto quello che accade è stato approfonditamente studiato perché fosse scientificamente esatto. Le missioni di cui parla il film si basano su tecnologie simili a quelle che userà la NASA quando manderà il primo vero equipaggio spaziale su Marte. Tutti i veicoli, le navicelle o le stazioni spaziali che si vedono nel film sono stati costruiti in base ai modelli NASA in progettazione o già esistenti. Anche le tute e gli interni dei veicoli spaziali sono simili a quelli esistenti in realtà e progettati dalla NASA. Per la ricostruzione di Marte ha dato il suo contributo Matt Golombek, Capo Tecnico della Missione Pathfinder, che ha messo ha disposizione dei tecnici tutto quanto sapesse sul pianeta. La superficie di Marte è stata realizzata sulle dune sabbiose di Fraser, vicino a Vancouver, e per colorarne il terreno della tonalità originale ci si è serviti di pompe antincendio che hanno spruzzato 454.200 litri di vernice. Su Marte inoltre spesso si formano delle tempeste di polvere che possono durare anche sei mesi, perciò sono stati costruiti degli enormi generatori di vento che soffiavano una polvere silicea rosa. Per realizzare questi e altri dei 400 effetti visivi sono stati ingaggiati due studi specializzati: la Dream Quest e l'Industrial Light and Magic. Tutte le scene girate in esterni sono poi state trattate con il metodo della Computer-Grafica per rendere ancora più reale l'atmosfera che avvolge sul pianeta rosso. La preparazione degli attori comunque non è stata meno accurata. Infatti, i consulenti tecnici della NASA, Story Musgrave e Joe Allen, hanno seguito gli attori fin da prima dell'inizio delle riprese, assistendoli nelle acrobazie che simulavano l'assenza della gravità, e in tutte le altre situazioni che loro avevano vissuto dal vivo. Insomma un film che lascia il segno e non solo per la realizzazione così minuziosamente simile alla realtà, ma anche per l'intento di descrivere quell'istinto dell'uomo che lo porta ad esplorare, e a conoscere mondi così diversi.
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