Ma possibile che dobbiate sempre criticare i film italiani? Questo è simpatico, realistico, gli attori recitano tutti bene... m che volete? Se l'avesse girato Woody Allen....... ma dai
Delizioso e realistico piccolo film sulle famiglie che si sfasciano.
Frase del film: Un figlio diventa adulto quando conosce il segreto di uno dei genitori.
Le situazioni che prende in esame il film sono realistiche e drammatiche;tipico della commedia all'italiana è presentarle in maniera umoristica,lasciando spazio alla riflessione.Mi è sembrato un film divertente,ben fatto,con una superlativa recitazione di Orlando (bravi comunque tutti).
Il film a mio parere vuol essere una fotografia dell’adolescenza attuale, così come la vive una quindicenne che, in occasione di un tema in classe, racconta se stessa e la sua famiglia. Il compito assegnatole dal suo professore di liceo si intitola “Genitori e figli: istruzioni per l’uso”. In realtà esso serve anche a lui per capire meglio il figlio con cui ha litigato la sera prima, perché il giovane, belloccio e tatuato a dovere, vuole partecipare alla selezione per il Grande Fratello. Le tematiche familiari, indagate ogni giorno sui giornali, tv, cinema, letteratura da scrittori, sociologi e psicologi, restano pur sempre un difficile banco di prova per genitori, il più delle volte smarriti. A complicare le cose, una società ultramediatica e tecnologica, uno sviluppo precocissimo dei proprio cuccioli, la crescente difficoltà di comunicazione con figli che perseguono (se le perseguono!) aspirazioni lontane anni-luce da quelle dei propri vecchi. Certo la questione non è nuova, nasce col genere umano, si modifica culturalmente nel tempo e nello spazio, ma poi, in generale, e anche il regista lo sostiene, il gruppo familiare si ricompone, nonostante i molti delitti, figurati e non, che si compiono al suo interno. E così il bossolo-famiglia è l’unico rifugio alla fatica di crescere. Spesso sono i nonni, diventati di nuovo interlocutori privilegiati, quelli più attenti alle nuove generazioni. Veronesi è comunque uno che sa scrivere sceneggiature garbate, improntate a un tipo di comicità alla Monicelli, e quindi anche la sua ultima impresa si segue con piacere. In essa l’autore sguscia abilmente tra amarezza e risate, svelenendo il clima e i contrasti. Senza pedanteria e con umano affetto segue tutti i personaggi, ma è specialmente vicino ai confusi e incasinati coetanei. Infatti nel film questi ultimi risultano più veri e simpatici; meno convincenti i figli, sfocati e non indagati a fondo. Comunque di loro si capisce che assorbono male certe contraddizioni nostre e della società (vedi il razzismo del fratellino della liceale) e che capiscono poco certi comportamenti dei genitori, per i quali tifa il regista. In quanto alla struttura del racconto, si parla di due coppie di adulti con figli, ma c’è un evidente squilibrio tra lo spazio dato all’una e all’altra. La cosa non ha giovato all’economia e alla riuscita dell’opera, perché i primi due protagonisti (Michele Placido e Margherita Buy), efficacissimi nelle sequenze iniziali, si rivedono pochissimo nel resto dell’azione. La coppia Orlando – Littizzetto, pure simpaticamente nevrotica, eccede nella coloritura dei personaggi: lui è il classico debole frustrato, lei un’insoddisfatta sempre sull’orlo di una crisi di nervi. Salvo alcuni episodi discutibili e poco significativi (quello dell’orca, quello del cinese sverginatore), complesso il ritmo alterna sapientemente la commozione e i toni da commedia.