Con tutto che l'orror thriller non è neanche un genere che amo molto questo film mi ha coinvolto dall'inizio alla fine senza neanche un attimo di distrazione o di noia.
Grandioso,capolavoro, uno dei migliori film che io abbia mai visto.
"Nessuno è mai resistito più di un'ora in quella stanza". E infatti, poco dopo che lo scettico scrittore Mike Enslin entrerà nella "1408", dal display di una radio partirà un conto alla rovescia di 60 minuti, che gli offrirà una serie di allucinazioni che lo renderanno folle di paura. Numerosi i riferimenti al numero 13. Mike cercherà di fuggire, per il cornicione, verso la stanza attigua,contando 6-7 passi (6+7=13), ma tutte le altre stanze risulteranno murate. Chiederà poi aiuto alla ex moglie, fornendogli l'indirizzo Lexington 2254 (2+2+5+4=13), ma la polizia troverà vuota la stanza. Il luciferino direttore dell'albergo, suggerendo a Mike una bottiglia di whisky prima di entrare nella stanza infestata, sembra conferirgli una chiave per risolvere lo spaventoso gioco. Mike chiuderà infatti la partita appiccando il fuoco alla stanza proprio usando quella bottiglia.
E' un film inquietante perchè Mike (il protagonista) pur dovendo essere già impazzito in una situazione del genere resta cosciente e quindi la sua mente resta ancora più danneggiata da questi traumi e colpi di scena e infatti come dice Mike stesso si trovava in una situazione "Kafkiana" cioè una situazione in cui la mente impazzisce perchè consapevole di non avere spiegazioni logiche e quindi convinto dalla paura che ciò che sta vivendo è tutto vero. E' un film pieno di colpi di scena e di angoscia perchè anzichè puntare su: sangue, vampiri e roba del genere punta su lo stato mentale. Vedetevelo e resterete traumatizzati per tutta la vita.
Perchè no? Per tre quarti d'ora buoni il film è teso e incalzante, poi la psicologia prende il sopravvento e quella bella tensione da calci di rigore si dissipa. Non ho letto il libro e sono sempre dell'opinione che per un regista trasporre un gran racconto in film sia molto complicato, se poi chi scrive e Stephen king diventa veramente un lavoraccio, i libri vincono 9 volte e mezza su dieci. Non avere termini di paragone però mi facilita il compito e posso dire che forse anche per questo mi è piaciuto. Un bravo a John Cusack.