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1408
LA PRODUZIONE
Stimato – e con una nomination all’Oscar – per i suoi film nella sua terra natia, lo sceneggiatore/regista svedese Mikael Håfström ha ottenuto l’attenzione del pubblico e della critica americani con il thriller “Derailed” del 2005, con Clive Owen e Jennifer Aniston.
1408 è il suo secondo film in lingua inglese. Ha iniziato le riprese a Londra, circondato dalla maggior parte della troupe di “Derailed”: il montatore nominato all’Oscar Peter Boyle, la costumista Natalie Ward, lo scenografo Andrew Laws. Il direttore della fotografia Benoît Delhomme è andato a completare il cast tecnico.
“Avevamo una sceneggiatura fantastica” ci racconta Håfström, facendo riferimento all’adattamento del prolifico scrittore horror Matt Greenberg e agli sceneggiatori vincitori del Golden Globe Larry Karaszewiski e Scott Alexander. “E avevamo degli attori bravissimi”.
L’interprete protagonista è John Cusack, uno degli attori più popolari e versatili di Hollywood, nei panni del tormentato autore Mike Enslin. L’attore aveva visto “Evil”, il film di Håfström (nominato agli Oscar come Miglior Film Straniero), e ne era stato molto colpito. “Quel film mi è piaciuto veramente, ho pensato che il regista avesse un vero talento - spiega Cusack. “È svedese, e gli svedesi sono molto carini, ma possiedono un forte senso del presagio, sono decisamente in contatto con il loro destino più profondo”.
Håfström è stato felicissimo di dirigere Cusack, una star nota non solo per la sua capacità d’attore, ma anche per la sua simpatia: “Piace agli uomini e alle donne” racconta Håfström, “Ha regalato questa simpatia al suo personaggio cinico”.
“La capacità di Cusack di accattivarsi il pubblico era essenziale per il successo della narrazione” afferma Håfström. “Era molto importante fare in modo che il pubblico desiderasse seguire il personaggio nel suo percorso. Il pubblico ha bisogno non solo di capirlo e di comprendere il momento della vita in cui si trova, ma anche di amarlo”.
Per preparare il suo personaggio, Cusack ha letto il racconto di Stephen King dal quale è stato tratto il film. Inizialmente faceva parte di un libro audio e in seguito è stato pubblicato, nel 2002, all’interno della raccolta di racconti “Everything’s Eventual.”
“Fa veramente paura, ed è molto divertente,” afferma. “King è un maestro del racconto, ma possiede anche una sorta di sensibilità ‘pulp’. Sa come rendere queste storie interessanti, paurose e vibranti al tempo stesso. Non so come faccia a sapere come spaventare la gente in maniera così intensa, o da dove provengano questi impulsi, ma King sicuramente convoglia spiriti e demoni”.
Il personaggio di Cusack scrive romanzi su note case infestate dai fantasmi e altri luoghi spaventosi nel mondo, esplorando tutti i generi di miti e leggende che incontra. È stato anche vittima di una grande tragedia: Håfström ci presenta Mike Enslin come un’anima ostinata che ancora soffre per la perdita della giovane figlia. “È una persona che ha perso la strada”, afferma il regista. “È triste e depresso, ed è alla ricerca di qualcosa”.
Dopo aver ricevuto una strana e allettante cartolina che allude al mistero della stanza 1408, Enslin decide che la storia gli fornirà il materiale per l’ultimo capitolo del suo libro,
“Le Camere d’Albergo Infestate.” Arriva al Dolphin Hotel di New York e incontra il signor Olin, il direttore dell’hotel. “Enslin considera la 1408 parte di un’elaborata truffa perpetrata da Olin e dal suo staff”, racconta Cusack. “Se ne parlo, le prenotazioni dell’hotel aumenteranno del 50%!”
“Presto, però, le cose iniziano ad accadere sul serio e si trasforma in una sorta di Hotel California,” ci racconta Cusack. “La stanza assume una personalità e diventa un personaggio. Che attacca”.
“Nella 1408 Mike Enslin incontra l’orrore sotto forma dei suoi propri demoni” dice Håfström, “…e deve affrontarli”.
Samuel L. Jackson interpreta Olin, un personaggio che nel romanzo aveva meno rilevanza rispetto al film.
“Mi è sempre piaciuto il lavoro di Sam” ci dice Cusack. “Si può pensare ad una marea di persone in grado di interpretare Olin, ma poi pensi a Sam Jackson… e se Sam Jackson ti dice di non andare in quella stanza, non dovresti assolutamente andarci!”
“Olin è stato il direttore dell’albergo per un periodo consistente, e ne è molto orgoglioso”, racconta Jackson del suo personaggio. “Cerca di tenere lontana la gente dalla 1408. C’è una ragione, come ci racconta, per cui non vuole rimettere in ordine la stanza. Nel periodo in cui è stato responsabile dell’hotel ci sono stati molti decessi, e non sono state esperienze piacevoli”.
“È qualcosa che sicuramente non accresce la reputazione dell’hotel,” aggiunge.
Jackson descrive il film come “una specie di thriller paranormale. In quella stanza accade qualcosa di molto reale,” afferma. “Chi sa cosa sia e perché?”
A completare il cast è Mary McCormack nei panni di Lilly, la moglie - non più in buoni rapporti - di Mike Enslin.
McCormack non conosceva il lavoro di Håfström, ma sua cognata è una buona amica del regista. “Mi sgridava perché non ero a conoscenza di ogni minuto del suo lavoro!” ride. “La famiglia, gli amici e la gente che ha lavorato con lui a Los Angeles erano letteralmente infatuati di questa persona. Così sapevo di essere in buone mani”.
Per quanto riguarda Stephen King, afferma, “Lavora maledettamente meglio di chiunque altro. E lo fa in un modo del tutto credibile, il che rende le sue opere ancora più terribili”.
L’attrice era soprattutto affascinata dal rapporto tra Mike e Lilly. “Si possono cogliere dei barlumi del loro rapporto quando andava ancora bene, ma in linea di massima non è più stato lo stesso dopo la morte della figlia” ci spiega. “Sono stati in cattivi rapporti per anni, ma credo che si amino ancora. Sono caduti in una sorta di trappola: il non averne parlato, non aver affrontato il lutto nello stesso modo, il non avere altro di cui parlare fatta eccezione per il soggetto di cui entrambi non desiderano parlare”.
McCormack ha apprezzato anche il modo in cui la sceneggiatura ha dato una nuova linfa a un genere molto battuto. “Per il suo genere questo film è complicato, ma questo mi piace. Lo rende interessante”, afferma “Non è propriamente un film dell’orrore …ma fa paura. È una specie di film sui fantasmi e contemporaneamente un thriller psicologico. Alla fine non sai più con certezza cos’è reale e cosa frutto della mente di Mike”.
Questa confusione tra il confine del reale e quello della fantasia è il tema principale del film. “Il film è permeato da questa logica del sogno”, afferma Cusack. “Molte delle cose che
vede Mike sono cose che potrebbero essere accadute, dovrebbero essere accadute, o fanno parte del suo incubo più terribile”.
La stanza è posseduta da uno spirito che manipola qualunque evento i suoi occupanti portino con se’ del loro passato. “Mike inizia ad avere delle visioni, ma sono tutte cose che sono accadute a lui, e potrebbero essere vere solo in parte”, racconta Cusack del viaggio di fantasia di Enslin. “Vede dei membri della sua famiglia, relazioni del passato, gente deceduta con cui aveva delle questioni irrisolte. È più un metafisico piegare la mente che un film dell’orrore. Non sai con certezza se la stanza dell’albergo sta veramente facendo questo alla mente di Enslin o se sono solo delle sue proiezioni. Questo film è sicuramente stato concepito per farci pensare, e spaventare, e farci sentire come se potessimo avere una personalità scissa”.
[continua...]
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