Quello che non sopporto nei commenti è la frase, ricorrente, "non riservato a tutti" per definire un film contorto e inconcludente che ovviamente qualche "mente superiore" riesce ad apprezzare. Peccato che questi esseri eletti, di grande apertura mentale, non arrivino a capire che tutte le opinioni hanno una base concreta di giudizio, che può essere personale (come tutti i giudizi) ma ugualmente rispettabile. Magari altri (meno eletti) colgono aspetti (negativi) che loro, nella smania di apparire veri intenditori, non rilevano. Incongruenze logiche che abbassano il livello della trama e rendono fastidiosa la visione, perché sviluppano il susseguirsi dell'azione su basi fragili e contraddittorie. Non entro nei dettagli, per non descrivere la trama a chi non ha ancora visto il film, ma ribadisco il mio precedente giudizio.
Intrigante perché il gioco delle parti, in cui si scambiano più volte i ruoli dominatore/dominato dei giocatori fa presagire sviluppi da vero thriller. Diventa però subito irreale e incongruente, contraddittorio nell'architettura della trama e insensato nello svolgimento. Sarebbe stato più interessante se avesse almeno portato a un epilogo, ma si esce delusi, chiedendosi: "... e allora?"
Se anche il film non fosse stato tratto da un'opera teatrale, richiamerebbe ugualmente il teatro e le regole dettate la prima volta da Aristotele: unità di tempo, di luogo e d'azione.
Non è un'opera per tutti i palati, ma anche quelli meno raffinati e classicheggianti potranno trarne godimento se vi si accosteranno scevri da pregiudizi.
Senza dubbio uno dei migliori film di sempre.
Come uscire dal cinema avendo la netta sensazione di aver visto un'opera d'arte. Esemplare. Come si fa con una trama quasi inesistente e povera prendendo due veri artisti e grandi maestri come Caine e Law e mettendoli in un solo ambiente , la casa, spettacolare e inquietante, che diventa essa stessa la terza protagonista principale, mutevole come mutano i ruoli e le emozioni dei protagonisti, talvolta cupa e spoglia, a tratti brillante e piena di colore, di ombre e riflessi, ma sempre viva e presente, come si fa dicevo a compiere un simile miracolo. Raffinatissimo
e a tratti pure quasi fastidioso nelle sua perfezione, che stai lì sulla sedia e aspetti un'inesattezza o un errore o un calo di stile o tensione che non vedrai
mai.Grande Caine che attira il giovane nella sua trappola e lo costringe, sfoggiando la sua bella casa e la sua grande abilità, manovrandolo in locali sempre
più angusti, fino a metterlo alle corde in ascensore dove sferra il suo attacco finale.
Stupendo Law prima nell'interpretare l'innamorato sprovveduto, poi nella parte del sadico vendicatore e infine in quella strabiliante dell'omosessuale disposto a vendersi ad un vecchio ricco e perverso in un continuo alternarsi di ruoli e di potere. Inutile dire che colui che posside il telecomando la fà da padrone.
E l'immensa tristezza e solitudine che si legge negli occhi di Caine quando prega il ragazzo di non andare e di restare con lui, la vera disperazione che mostra alla fine e l'umiliazione in seguito alla quale decide di uccidere. Non per gelosia per una donna che è così poco importante da non essere neppure mostrata nel film, ma l'essere stato ferito nel profondo, dopo aver mostrato forse per la prima volta quella sua insospettabile solitudine e angosciante vuoto.
Per il resto, dialoghi ineccepibili, inquadrature sofisticate, talvolta come se fosse la casa stessa a controllare i due protagonisti...non mi resta che un dieci, anche se mi pare poco.
film malato, storia malata. all'inizio ho avuto il timore di trovarmi di fronte al plagio de "Il caso Thomas Crawford" per poi dovermi ricredere. il film è terribilmente imprevedibile. un continuo gioco d'intelligenza atto a scovare vicendevolmente i talloni d'achille dei due protagonisti che si sfidano per tutto il film. recitato in maniera impeccabile, ma non adatto a chi non ama storie cervellotiche. il consiglio per questi ultimi è di stare lontani da questa visione. io, per quanto mi riguarda, l'ho adorata seppure sia rimasta leggermente delusa per il finale. bisogna saper perdere o rilanciare. l'assassino invece interrompe il gioco uccidendo perchè non sopporta la sconfitta e non ha altre cartucce da sparare a parte quelle della sua pistola. ciò non significa che gli è sfuggito di mano il gioco, ma che ha bluffato sottovalutando il suo avversario, morto - a mio parere - vincitore.