La prima è che lo stile e la filosofia induista non si stempera neanche nel mondo tipicamente edonistico occidentale,americano soprattutto,la seconda essermi ricordato di aver letto il cappotto di gogol,che racchiude in se tutta la grottesca satira dell'esistenza umana se si ferma davanti alla possibilità di viaggiare per scoprire nuovi orizzonti.Film da cineteca.
Avevo perso questo bellissimo film e la televisione adesso mi ha dato l'opportunità di vederlo. Un film dove la sensibilità del vivere, dell'esistere, nel rapporto con gli altri, con chi si ama, con chi ci ha dato tutto se stesso essendoci padre o madre ritrova la sua reale dimensione. Anche sulla dimensione delle proprie origini, di quelle tradizioni, che in gioventù ci sembra sempre giusto combattere e abbattere, questo film ci da dolcemente delle verità, ce le sussurra o ce le canta in una melodia indiana spiegandoci che poi sono l'unica difesa che abbiamo, un dono che viene dal passato per non essere annientati dal presente, basta solo capire.
E ci dice anche che capire da giovani è difficile, solo con gli anni e non sempre e non tutti, possono arrivare al traguardo delle beatitudini e della serenità dell'essere.
Un film da rivedere molte volte che mi ha fatto sentire vicinissimo alla cultura ed alla tradizione indiana, la loro è anche la mia civiltà , la mia tradizione di europeo cattolico di origini contadine ha le stesse radici di quel mondo, cambiano solo i colori e i suoni.
Ed è nel mondo attuale dal modello individualistico, dove la fuga da noi stessi e dalla noia, quella che chiamiamo libertà, e che ci conduce sempre più alla disperazione ed alla solitudine, che si può individuare la vera dimensione da rifiutare e combattere, quella dell'egoismo e dell'egotismo. Ma è una battaglia solitaria, che possiamo tutt'al più condividere con la nostra famiglia o i più intimi amici. Una battaglia col mondo, con questo mondo che almeno per noi non finirà mai, ma forse i nostri sforzi serviranno ai nostri figli o ai figli dei nostri figli. Questo messaggio attualissimo e universale, oltre la dimensione degli spazi geografici e del tempo, in questo film si spiega anche attraverso le gravi e dolorose contraddizioni di chi emigra e poi appartiene a due mondi o a nessuno.
Voglio inoltre sottolineare l'assoluta bellezza della protagonista femminile Ashima (Tabu) che potrebbe essere oltre che indiana, ebrea, turca, greca, o italiana... ha il sole e la dolcezza di Dio negli occhi e nel sorriso.
Un film di grande poesia dove voglio ringraziare gli autori e la regista Mira Nair. E' ormai raro vedere la bellezza in un cinema (o in un mondo) che pare fatto solo di superficialità, orrore, violenza e perversione propagandate come valori.
Ma per fortuna esistiamo ancora e siamo vivi....(come anticorpi).
Non sapevo che fare e ho guardato questo film... e meno male che l'ho guardato è davvero un film bellissimo è uno dei miei film preferiti, è commovente ma ti fa anche ragionare, davvero stupendo e sopratutto bravissimi attori :)
Ho visto questo film per curiosità... e devo dire che è stato una vera sorpresa. Assolutamente mai noioso, a tratti poetico e fa pensare...fa veramente pensare. Lo consiglio a chiunque... certe volte ci si fa condizionare più dal titolo o dalla locandina, in questo caso un film di alta qualità non pubblicizzato quanto merita.