Eh no cari "critici" (pfui) basta con il vostro intelletualismo gratuito e ruffiano, voi che promuovete a capolavori porcate come i film di Tarantino , bromuraggini alla Rohmer , intollerabili polpettoni alla Herzog o stupidaggini di Almodovar ( il piu' sopravvalutato della storia del cinema)senza parlare degli orchitismi di Altman e delle prolissita' di quel pazzo tedesco che non voglio neanche nominare. Grandi sono Ken Loach , Woody, Nanni Moretti e tanti altri, ma non stronchiamo una regista che si impegna in una realistica quanto istruttiva pellicola sul piu' grande mistero dell'umanita'. Merita un 6 e mezzo ma per fare un dispetto al critico diamo 8. Giu0 la maschera cervelloni dei miei .....
Max
Il film “Nativity”, nelle sale cinematografiche da dicembre scorso, presenta la figura di san Giuseppe come uno dei protagonisti, anzi è forse il personaggio che maggiormente risalta in questa pellicola. Interpretato in modo credibile dall’attore americano Oscar Isaac, il film è condotto dalla regia di Catherine Hardwicke, regista attenta al mondo adolescenziale. Di due adolescenti e della loro straordinaria avventura racconta pure Nativity: la giovanissima Maria e il giovane Giuseppe. Bisogna dare atto che il film è decisamente fedele al racconto del vangelo di Matteo e Luca, accurato nel riprodurre il contesto storico-geografico, umanissimo nel ripercorrere la storia e i sentimenti di Maria e Giuseppe. Una storia risaputa e raccontata milioni di volte, ma non poche volte dando eccessivo spazio al miracolismo degli apocrifi, all’enfasi della spettacolarizzazione, alla superficialità scontata o ad una riduzione a fatto puramente umano che esclude l’intervento divino. Qui invece la regia è delicata (si nota la mano femminile), rispettosa del dato evangelico, da un lato asciutta e scarna, dall’altro poetica e suggestiva, accompagnata da una bella fotografia e da una musica dolce.
Senza cedere alla retorica dei kolossal, il film segue l’evolversi del rapporto tra Giuseppe e Maria, fino alla natività e alla fuga in Egitto, con le scene che si susseguono, i discorsi essenziali, i gesti e gli sguardi che esprimono più delle parole. Il viaggio da Nazaret a Betlemme, con l’immancabile asinello, è rappresentato realisticamente nella sua durezza, il lungo cammino con le brevi soste per riposare e mangiare... Come è attento Giuseppe ad alleviare il più possibile ogni cosa alla sposa debole e incinta. Come gli è vicina ed affettuosa Maria che in un momento di spossatezza gli lenisce le ferite ai piedi e si rivolge al bimbo dentro di sé: “figlio mio, avrai un uomo dal cuore buono e giusto che ti crescerà, un uomo disposto a donare se stesso più di qualsiasi altro al mondo”!… Finalmente arrivano a Betlemme. L’affanno per la ricerca senza frutto di un alloggio è compensato dall’avvenimento centrale di tutta la storia: in una grotta, ricovero di pecore e animali, nasce Gesù, il Salvatore del mondo. E’ proprio Giuseppe, pieno di gioia, a riceverlo, ad innalzarlo al cielo, a prenderlo tra le braccia e a porgerlo alla madre. Non è rappresentato come capita altrove, magari distratto o affaccendato a cercare la legna o a portare la lanterna. Semplice la scena dei pastori che avvisati dall’angelo si avvicinano e ricevono il dono del Cielo che è anche per loro. Simpatici i Magi che, partiti da lontano e scrutando le stelle, portano i loro regali e riconoscono il regalo più grande nel Messia, “il più grande dei re nato dal più umile degli uomini, Dio che si è fatto carne”. Maria si rivolge a Giuseppe, attestandogli la grandezza del suo compito: “Dio mi ha dato la forza che avevo pregato di avere… me l’ha data il Signore e me l’hai data tu”!
Spinto dalla curiosità ho visto il film, e devo dire che la recenzione su questo sito è stata fin troppo buona col film. I parroci saranno contenti: avranno qualcosa da proiettare prima(o dopo) il catechismo. Per il resto si può dire che il film è peggiore delle peggiori fiction televisive. Mi dispiace non essere d'accordo con la maggioranza che scrive qui le proprie opinioni, cerco con questa mia di abbassare il voto e di ribadire l'insulsaggine di questo film. L'iconografia più gretta e integralista è seguita alla lettera, peccato solo che l'angelo non abbia le ali(tipo uomini-falco di Gordon), tutto il resto c'è: chi ha fatto la sceneggiatura non è che abbia dovuto faticare granchè
Ho letto la recensione del vs sito, ma non concordo assolutamente ...
mi pare che il film sia fatto bene, non romanzato come tanti altri, ma fedele al vangelo.
stop
Finalmente dopo decenni di interprtazioni sociologiche, psicologiche, psicanalitiche, dopo tante se**e mentali per interpretare la nascita e la storia di Gesù in modo "profonfo" e "originale", si ritorna a leggere con semplicità e realismo l'evento che, piaccia o no, ha cambiato la storia. Coreograficamente curato è un film che va visto ed apprezato.
Trailer italiano (it) per I soliti idioti 3 - Il ritorno (2024), un film di Francesco Mandelli, Fabrizio Biggio, Martino Ferro con Francesco Mandelli, Fabrizio Biggio,.