Questo film di segni me ne ha lasciati veramente pochi!!!!
P.S. Per tutti gli alieni allergici all'acqua consiglio di conquistare Marte, potrebbero avere molta più fortuna!!!
La sala mi ha ridato i soldi del biglietto perché si sono vergognati, lo hanno considerato tipo rapina in banca!!!!Il film non vale la pena praticamente fa c****e!!!!!!
Dall'interpretazione di Mel Gibson degna di Gary Cooper(solo una faccia fra dolente e skifata ) a quella di suo fratello (puo' solo interpretare parti da psicopatico ) al ragazzino insopportabile nella sua saccenteria ,per arrivare a una trama lenta assolutamente non coinvolgente ,con dialoghi assurdamente sentenziosi ,il film è veramente straziante .
Una fatica immane a finirlo
Il film non concede nulla all'immaginazione: tutto è già chiarito praticamente dall'inizio, i cerchi nel mais sono
opera degli alieni, gli alieni sono cattivi, la terra e' in pericolo e il microcosmo rappresentato dalla famiglia dell'ex-pastore luterano costituisce una specie di pattuglia assediata e circondata dal nemico. L'idea del regista è buona: descrivere l'angoscia dell'attesa, la paura di un qualcosa che inevitabilmente accadrà e i tentativi apparentemente inutili di evitarlo. C'è molto "Alien" o "La cosa" in questa attesa snervante dell'extraterrestre cattivo che non si vede praticamente mai, anche se di quei due capolavori manca la tensione e, soprattutto, la sceneggiatura. Il giudizio è semplice: l'ultimo film di Shyamalan è una delle opere di fantascienza più brutte che si siano mai viste sullo schermo, che pone dei temi non sviluppati (i cerchi in realtà che cosa sono?), situazioni umane ridicole (una donna praticamente tagliata in due che continua a parlare come se nulla fosse per parecchi minuti), situazioni aliene al limite del grottesco (una civiltà che arriva sulla terra e non riesce a superare una porta inchiodata con assi), dialoghi inesistenti e vuoti, recitazioni da teatrino parrocchiale, finale del tutto inspiegabile ed inspiegato (perché gli alieni vengono sconfitti?), interrogativi filosofici che inquieterebbero solamente un sottosviluppato mentale (gli uomini si dividono in quelli che credono alle coincidenze e quelli che non ci credono), zampata finale moralistica americana (l'ex-pastore ridiventa pastore).
Che cosa si salva in questa vergogna cinematografica? La tecnica del regista (è pur sempre l'autore di un capolavoro quale "Il sesto senso"), la presenza spiritosa della bambina, la recitazione minimalista ed agricola di Joaquin Phoenix (anche se siamo molto lontani dalla terribile potenza malvagia di Commodo), e nient'altro.
Da dimenticare subito.