3ciento - Chi l'ha duro... la vince
...E dopo il pessimo “Hot Movie” e seguendo la triste esperienza vissuta da “Epic Movie”, ecco che il duo Jason Friedberg e Aaron Seltzer ci riprova con un’altra presa in giro del cinema e dello star system hollywoodiano. Questa volta però con risultati meno penosi...

L’eroico Leonida si mette alla guida di 13 guerrieri spartani per difendere la propria terra dalle mire del re Serse. I guerrieri di Sparta si troveranno davanti nemici temibili come Rocky Balboa, i Transformers, Britney Spears e Ghost Rider...

Cosa ci sia di divertente nel realizzare un film senza né capo né coda con l’unico vezzo di omaggiare goliardicamente pellicole e scene del cinema contemporaneo è ancora, giunti ormai alla terza pellicola del genere e in procinto di vedere la quarta sui supereroi, un mistero assoluto. Evidentemente in America questi film trascinano con sé una qualsivoglia forma di pubblico, identificando in esso anche forme di vari vegetali e esseri unicellulari.
La critica, del resto, era stata abbastanza chiara: magari scettica per il primo “Hot Movie”, decisamente dura per il secondo “Epic Movie”; eppure il duo Friedberg- Seltzer continua a realizzare pellicole a costo e fatica pari allo zero, contando su una sceneggiatura da scuola elementare e una recitazione al minimo storico.
Mistero, dicevamo, come pure rimane un enigma ai limiti della psicologia “froidiana” quale sia il criterio che muove la scelta delle gag, e se c’è dietro ad essa una qualsivoglia forma di studio sociologico. Purtroppo dobbiamo necessariamente soccombere a tutti i quesiti del caso, sperando magari nella risoluzione di alcuni di questi da parte di un qualche luminare di Storia del Cinema, e sorbirci l’ennesima valanga di luoghi comuni, doppi sensi, e volgarità gratuite. Evidentemente il pubblico ha bisogno di ridere, e poco importa del modo in cui la risata fuoriesce. Tutto è lecito, ogni colpo, perfino il più basso (anzi, più è basso meglio è!) è ammesso. Ecco quindi che Paris Hilton diventa una gobba deforme e libidinosa, Britney Spears una tossica senza pudori, la Lohan una alcolista che esce come niente fosse da un centro di recupero, e il cinema (ah già! Il Cinema...) un enorme calderone non-visivo in cui buttare dentro tutto, reality show compresi.

Il Cinema come pozzo senza fondo: lo stesso usato da Leonida per punire i suoi rivali all’inizio del film. Il film, d’altro canto, come risata resa ubriaca da tanto apparire e nulla dare. E davanti a questa stessa schiavitù che l’immagine senza corpo impone, l’ennesima sciocchezza (ma quale film?) realizzata da Jason Friedberg e Aaron Seltzer si abbassa, si inchina, prostrandosi per un pizzico di compiacimento in più. I registi che tanto giudicano e criticano il mondo che osservano con tanta goliardica durezza, lo usano come trampolino di lancio per arrivare al successo (leggi anche “risata”) facile. Esattamente come fanno e hanno fatto le varie Lohan, Spears e Hilton.
Ecco quindi che la bassezza di un film - va detto a onor del vero migliore degli altri due, se non altro perché più breve e più concentrato sulla presa in giro di una sola pellicola - si fa evidente: là, dove si critica il nulla che abbiamo costantemente davanti agli occhi, si riutilizza lo stesso nulla per farci ridere. Vergogna!

La frase: "...Avremo pure vinto questa battaglia, ma NON vinceremo la guerra!...".

Diego Altobelli

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