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Io, l'altro
La personale guerra di civiltà di due pescatori, vittime inconsapevoli di una umanità corrotta dal pregiudizio e dal dubbio. "Io, l'altro" di Mohsen Melliti, sua opera prima, è un gioco a due: Raoul Bova e Giovanni Martorana tra mare, echi radiofonici, sogni e malesseri di una vita disgraziata. Come in alcune opere teatrali, come in certi drammi borghesi composti da dialoghi e gesti apparentemente insignificanti, Melliti tenta di raccontare l'Oggi italiano: affaticato, sfiduciato, precario, e scettico.
Giuseppe e Yousef sono due amici pescatori, al lavoro al largo delle coste siciliane. Durante la permanenza in mare Giuseppe ascolta alla radio la notizia di un attacco terroristico accaduto in Spagna, dove sono morte centinaia di persone: l'unico terrorista ancora rimasto da trovare porta proprio il nome del suo compagno di mare. Tragico caso di omonimia, o davvero si tratta della stessa persona?
Pellicola dalle buone intenzioni, ma piuttosto fiacca, soprattutto sul piano delle idee.
Bova e Martorana bravi e impegnati, davvero, a cercare in tutti i modi di rendere credibile una sceneggiatura che tra morphing di Padre Pio in Bin Laden (!), e trovate tipo foglio di giornale con doppia notizia "calcio-Al Zarkawi" (!2) stenta a convincere. Dondolante.
Si salva il ritmo, e la generale idea dietro il film che ricorda "Ore 10 - Calma piatta" di Philip Noyce, ma davvero poco altro. Una radio fittizia trasmette continue testimonianze sul tema dell'intolleranza tra popoli, inutili affermazioni basate sul luogo comune; l'accusato Yousef, pure se innocente, non fa realmente nulla per difendersi, ma anzi inganna tutti, pubblico compreso che alla fine non proverà per lui nessuna pietà; il sole della Sicilia rimbambisce mostrando movimenti di camera instabili; la musica è della serie "ti dico tutto senza che guardi le scene"; la recitazione annega; Bova si abbronza; il pesce manca; il pubblico non abbocca. A mollo.
"Io, l'altro" poteva dare e dire moltissimo: carico di impegno e di pathos il film però crolla sotto il suo stesso peso. Melliti bravino, ma si può fare di più come in una vecchia canzone e, per adesso, l'unica "calma piatta" è quella che si trova al largo della Sicilia.
La frase: "...Quando un morto incontra una barca è perché la sua anima vuole essere riportata a casa..."
Diego Altobelli
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