Ammore e malavita, Brutti e cattivi e Chi m'ha visto: musica, criminali e risate in alta definizione

Aperta nel 2013 una parentesi riguardante il neomelodico partenopeo tramite il riuscito "Song 'e Napule", i romani Marco e Antonio Manetti - meglio conosciuti come Manetti Bros - hanno deciso di dedicarsi quattro anni più tardi ad un autentico musical da grande schermo che, seguendo probabilmente la moda lanciata dall'osannatissimo "La La Land", mira a miscelare note, camorra e sentimento.
Con lo sguardo rivolto anche al fu cinema di Mario Merola, infatti, "Ammore e malavita" raduna un ricco cast i cui diversi elementi, oltre a recitare, si cimentano nell'intonazione di brani composti per l'occasione da Pivio e Aldo De Scalzi, se escludiamo la storica "What a feeling" reinterpretata da Serena Rossi in una delle più esilaranti sequenze dell'insieme.
Una calibrata Serena Rossi che veste i panni dell'infermiera Fatima, vecchio amore del Ciro che, dalle fattezze di un Giampaolo Morelli in versione cane sciolto, è, insieme a Rosario alias Raiz, guardia del corpo di Don Vincenzo detto "o re do pesce" e della moglie Maria, ovvero Carlo Buccirosso e Claudia Gerini (entrambi ottimi), la quale ha il pieno comando di un impero fatto di soldi e diamanti.
La Fatima che finisce per trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato, trasformandosi nella testimone che dovrebbe essere eliminata proprio da Ciro, il quale decide di mettersi contro i suoi padroni, innescando la miccia di una autentica guerra.

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Guerra consumata tra pallottole e canzoni, in quanto, con scene al cardiopalma e qualche esplosione ben accetta, è miscelando il genere a cui appartiene "Grease" all'action movie che il riuscito gioco prende progressivamente forma il gioco, candidato addirittura a quindici David di Donatello 2018.
Gioco che, simpatico grazie ai citati interpreti e all'ironia trasudante dagli improvvisi stacchetti cantati e ballati 01 Distribution edita in blu-ray accompagnato da trailer, dieci scene eliminate e un backstage di sette minuti nella sezione extra.
La stessa 01 Distribution che, a proposito di criminali da ridere in fotogrammi, con trailer e diciassette minuti di backstage rende disponibile in alta definizione anche "Brutti e cattivi" di Cosimo Gomez, commedia non priva di violenza e, addirittura, di parentesi splatter a base di amputazione di un braccio.
Commedia che, a partire dalla varietà cromatica delle immagini e dal commissario strabico interpretato da Giorgio Colangeli che tanto ricorda Enrique Villén, non può fare a meno di suggerire la celluloide di genere spagnola - con in testa Álex de la Iglesia - quale principale fonte d'ispirazione insieme ai lavori del francese Jean-Pierre Jeunet, pur tirando in ballo una serie di grottesche figure che non avrebbero affatto sfigurato né in mezzo ai freaks di Tod Browning, né in un'opera del cileno Alejandro Jodorowsky.
Perché, rispettivamente con i connotati di Claudio Santamaria, Sara Serraiocco, il gomorriano Marco D'Amore e il rapper Simoncino Martucci, in una Roma di periferia sono un tizio senza gambe, una ballerina priva di braccia, un rasta tossico e un nano gli improvvisati rapinatori che, intenti a mettere a segno il colpo che gli potrebbe cambiare la vita, si rivelano ognuno intento a tenere per sé tutto il malloppo, tradendosi e fregandosi spietatamente tra loro.
Al servizio di un soggetto decisamente originale - a firma del regista stesso insieme a Luca Infascelli - che, senza dimenticare un omaggio nightmariano e un momento canoro per il già menzionato Simoncino, si costruisce su una struttura tutt'altro che classica, svelando a flashback - in seguito all'entrata in scena di una prostituta nigeriana - le verità su quanto accaduto ai diversi personaggi.
Due dischi in alta definizione racchiusi in custodia amaray inserita in slipcase cartonato, come pure quello del "Chi m'ha visto" che, debutto dietro la macchina da presa per lo sceneggiatore Alessandro Pondi, cala Beppe Fiorello nei panni di un bravissimo chitarrista che vive con la frustrazione di non venire mai notato, sebbene collabori con i più grandi divi della musica leggera italiana.
Una situazione che, una volta tornato nel suo paesino in Puglia, lo porta a decidere di organizzare la propria sparizione nel tentativo di attirare l'attenzione su di sé, supportato da un amico incarnato da Pierfrancesco Favino e suscitando l'interesse della conduttrice della trasmissione televisiva "Scomparsi", cui concede anima e corpo la mai disprezzabile Sabrina Impacciatore.
Conduttrice che si catapulta immediatamente sul posto, suggerendo l'intenzione da parte del lungometraggio di denunciare l'attrazione che i media manifestano nei confronti delle tragedie; nonostante la riflessione di fondo spinga innanzitutto a chiedersi se oggi sia più importante essere o apparire.
Come pure a domandarsi se, in una società fortemente condizionata dai social network e dalla tv, chi è dotato di un particolare talento sia destinato al successo o questo sia legato ad altri fattori.
Tutti interrogativi che, aggiunti all'affermazione secondo cui l'artista è un mestiere per ricchi o soltanto per chi ha conoscenze, emergono dalla oltre ora e quaranta di visione comprendente nel cast anche Dino Abbrescia nel ruolo di un impresario.
Oltre ora e quaranta capace di strappare risate soprattutto tramite l'esilarante video realizzato dalla redazione di "Scomparsi" per ricostruire la vita del protagonista e nella sequenza in cui vediamo coinvolte star nostrane delle note (si vada Jovanotti a J-Ax, passando per Elisa e Gigi D'Alessio).
Con trailer e otto minuti di backstage nella sezione riservata ai contenuti speciali.