Roma 2008: Il Festival omaggia Nino Manfredi.
SLIDE-SHOW: le più belle immagini di Nino Manfredi
Uno degli omaggi che quest'anno il Festival ha voluto dedicare a grandi nomi del cinema italiano è quello all'attore Nino Manfredi. Sono stati proiettati, infatti, un cortometraggio, “L'avventura di un soldato” (episodio de “L'amore difficile”), di cui Manfredi è interprete e regista, e “La fine di un mistero“ di Miguel Hermoso, uno degli ultimi film interpretati dall'attore di Frosinone.
La prima regia di Nino Manfredi fu proprio questo adattamento dell'omonimo racconto di Italo Calvino, all'interno del film ad episodi “L'amore difficile”. Lo scrittore ligure era piuttosto restio a concedere i diritti del testo, non pensava che sarebbe stato possibile una valida trasposizione su grande schermo per quella che era una storia quasi senza dialoghi. Alla fine cedette e, quando vide la pellicola di Manfredi, affermò addirittura, con la modestia che lo contraddistingueva, che quanto riprodotto fosse anche migliore di quanto era stato scritto.
Nino Manfredi era conosciuto già allora come un attore perfezionista ed era facile aspettarsi che tale attenzione per i particolari si sarebbe riversata anche alla regia, ma il mestiere, così come l'ispirazione che trasudò da questo suo lavoro, furono sorprendenti.
In un angusto scompartimento del treno, in una calda giornata d'estate, un soldato si trova seduto fianco a fianco ad una bella vedova. Il suo interesse per lei è immediato, ma la presenza di altri passeggeri lo obbliga ad un corteggiamento silenzioso fatto di piccoli sfioramenti, carezze accennate, movimenti accompagnati e tutto ciò che la situazione gli permette. Lei non lo guarda mai, che ricambi o meno l'attrazione è difficile da valutare ed è questo ciò che tiene alta la suspance dall'inizio alla fine. Da una parte ci si immedesima con il soldato (interpretato dallo stesso Manfredi) augurandosi che nessuno lo scopra, dall'altra si aspetta di capire se l'enigmatica donna accetta o meno il corteggiamento. Il modo con cui Manfredi racconta tutto questo rappresenta un piccolo breviario di gestione dello spazio. Le sovrapposizioni tra le figure, il modo con cui mostra e nasconde la donna e allo stesso tempo scruta gli altri personaggi presenti nel vagone, è sempre ricercato e teso a dare quel giusto senso di angoscia alla storia.
Il ruolo della donna, interpretato da Fulvia Franco, doveva essere inizialmente della moglie di Nino, Erminia. Lei però si rifiutò: non sentendosi una grande attrice, aveva paura che avrebbe rovinato l'esordio del marito alla regia.
Andrea D'Addio
(29 ottobre 2008)
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