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Civiltà perdutaLa recensione del film a cura della Redazione di FilmUP.com di Rosanna Donato01 giugno 2017Voto: 6.5
Un cast d’eccezione per la pellicola diretta da James Gray, Civiltà perduta (The Lost City of Z), che vede tra i suoi interpreti principali Charlie Hunnam, Robert Pattinson, Sienna Miller e Tom Holland. Siamo nel 1925, periodo in cui il leggendario esploratore britannico Percy Fawcett si avventura in Amazzonia, alla ricerca di un’antica civiltà, lo splendente regno di El Dorado, con lo scopo di fare una delle scoperte più importanti della storia. Dopo aver catturato l’attenzione di milioni di persone in tutto il mondo, Fawcett s’imbarca insieme al figlio, determinato a provare che quest’antica civiltà, da lui rinominata Z, esiste. Ma la spedizione scompare poi nel nulla… Cosa sarà successo?
È difficile parlare di un film che da una parte non si lascia seguire con facilità, ma dall’altra delinea minuziosamente una civiltà nuova, fatta di tradizioni, costumi, paure e ansie che la rendono diffidente verso ogni persona che mette piede sulle sue terre. Un atteggiamento comprensibile, anche visto il fatto che fino a quel momento nessuno aveva mai saputo della sua esistenza. Il ritmo è molto lento e questo ovviamente mette a dura prova l’attenzione del pubblico, il quale spesso sarà portato a guardare l’orologio in attesa che la pellicola termini. Da elogiare è invece l’attenzione ai particolari, soprattutto per quanto riguarda la ‘costruzione’ dell’ambientazione. Una foresta verde immensa, bellissima e accattivante, che però sa essere crudele nel momento in cui il nemico è alle porte (che siano gli americani o la nuova civiltà). Il regista James Gray ha diretto Civiltà perduta con grande maestria, riuscendo a destreggiarsi tra le inquadrature più varie e ad imprimere attraverso di esse lo stato d’animo dei personaggi ripresi, tra cui emerge la paura - dovuta al fatto che spesso entrambi i ‘popoli’ si trovino di fronte a una realtà e a delle dinamiche molto diverse da quelle a cui sono abituati -. La pellicola si avvale di una colonna sonora poco coinvolgente, ma che allo stesso tempo trasmette le stesse emozioni emerse grazie ad uno stile registro che ben si presta al genere di appartenenza del film: drammatico. Il che vuol dire che colonna sonora e regia si completano, anche se non cambia il fatto che per intrattenere lo spettatore questo non basta. È definito anche un film d’azione, ma in realtà - nonostante sia presente qualche scena ad effetto e talvolta improvvisa (è raro) - di movimento se ne vede ben poco. Eppure non mancano momenti molto intensi e di una profondità quasi sconvolgente, in grado di toccare le corde più intime di ogni uomo. Se da una parte viene sottolineata la determinazione del protagonista, interpretato da un ottimo Charlie Hunnam, nel trovare la famosa civiltà di cui tutti parlano ma che nessuno ha mai visto; dall’altra viene messa in evidenza l’importanza della famiglia, ma anche di condividere e appoggiare determinate scelte. Insomma, Civiltà perduta è un film degno di nota che mette a confronto due realtà ben distinte e ne delinea bene le loro caratteristiche proprie. È bene menzionare anche la sceneggiatura, che non lascia nulla al caso. Ogni dialogo ha senso di esistere, anche se alcune affermazioni (soprattutto sul finale) sfiorano il ridicolo, o meglio la banalità. Nonostante ciò, sono presenti frasi che mirano al cuore del pubblico. Tutto il cast - da Charlie Hunnam e Robert Pattinson a Sienna Miller e Tom Holland - sono perfettamente in parte e molto credibili. Questo emerge dalla potenza espressiva - sia nei momenti di dolore, sia in quelli di gioia - della loro interpretazione, data in particolare modo dai loro sguardi, i loro gesti e le loro reazioni a quanto accade davanti ai loro occhi. La frase dal film:
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