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Resta con meLa recensione del film a cura della Redazione di FilmUP.com di Rosanna Donato22 agosto 2018Voto: 7.0
Esiste il colpo di fulmine? Può trasformarsi in un amore in grado di superare qualsiasi difficoltà? Sì. A dimostrarlo è la pellicola “Resta con me” - diretta da Baltasar Kormákur e con protagonisti Tami Oldham (Shailene Woodley) e il suo fidanzato Richard Sharp (Sam Claflin) -, anche se certi ostacoli sono davvero insormontabili: vanno al di là della volontà dei diretti interessati e spazzano via tutto in pochi attimi. Ma chi sono Tami e Richard? Sono giovani, innamorati e sognano una vita di avventure insieme. Salpati da Tahiti, dopo pochi giorni, nel bel mezzo dell'Oceano Pacifico, un uragano di proporzioni terrificanti si abbatte sulla loro imbarcazione, lasciando Tami priva di sensi.
Al suo risveglio, Tami trova la barca distrutta e il suo ragazzo gravemente ferito. Ricordiamo che “Resta con me” è tratto da una storia vera, accaduta nel 1983 e raccontata da Tami Oldham nel suo memoriale intitolato “Red Sky in Mourning”. Aaron e Jordan Kendell sono gli autori di una sceneggiatura che si erge su due linee temporali che si alternano in egual misura: la storia parte a ritroso per poi mostrare su un piano la tragedia che nel 1983 colpì i due giovani innamorati e sull’altro la storia del loro incontro, per poi arrivare ai giorni che precedono l’accaduto. Baltasar Kormákur lavora con grande maestria, evidenziata dall’uso di specifiche inquadrature volte a dare una maggiore importanza all’empatia, alle emozioni provate dai due protagonisti, e chiarezza nel far capire allo spettatore il passaggio da una linea temporale all’altra. Questo è dato dall’utilizzo di brevi didascalie, nonostante manchi uno stacco netto tra la scena precedente e quella successiva, sempre nel momento in cui il periodo cambia. “Resta con me” privilegia l’aspetto romantico della storia ma non manca di mostrare i sacrifici, la lotta contro la fame, la sete e il tempo, e i segni lasciati dalla sciagura, di Shailene Woodley e Sam Claflin. Da elogiare, insieme alla colonna sonora e una fotografia composta in prevalenza di tonalità fredde, è la sceneggiatura povera di dialoghi ma solida e diretta. Cosa si potrebbe dire di Shailene Woodley? Ormai il suo talento è noto a tutti, e in “Resta con me” stupisce ancora una volta con la sua marcata espressività (merito in parte dell’ottimo trucco e parrucco), in grado di far emergere nello stesso spettatore emozioni contrastanti: serenità, dolore, amore, tristezza, ansia, inquietudine. Sam Claflin ha un ruolo secondario, e ciò è evidente. È chiara la volontà del regista di soffermarsi prevalentemente su Tami e le sue azioni, le cura che rivolge al suo partner, attraverso primi e primissimi piani di forte impatto visivo. In tutto questo però una domanda sorge spontanea: sopravviveranno i due protagonisti della storia? Non è poi una cosa scontata, anche se si spera sempre in un lieto fine. Senza spoilerare nulla, possiamo dire che a livello emotivo non ci si può lamentare in ogni caso, perché ai momenti belli vengono alternati sapientemente istanti di tensione non eccessivi, ma pur sempre coinvolgenti, nonostante l’intero film sia caratterizzato da un ritmo narrativo lento. La frase dal film:
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