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To the Wonder











Terrence Malick non è un regista interessato a parlare a tutti, a essere compreso da tutti. Il suo è un cinema estremamente ambizioso, con tutti i rischi che questo comporta. Il suo atteggiamento nei confronti del pubblico è per certi versi radicale: Malick si rivolge solo a chi è disposto ad ascoltarlo.

To the wonder non corrisponde ai canoni di quel cinema narrativo cui ormai siamo abituati e assuefatti. Non è un cinema di dialoghi, di spiegazioni e di "pappe pronte". Siamo di fronte a un cinema in cui l'immagine è la regina della scena, composta e montata in modo da costruire una storia. Viviamo in un'epoca che ci sta disabituando all'educazione all'immagine, e trovarsi di fronte a un'opera come To the wonder è rigenerante.

La storia è apparentemente una vicenda di coppia: lui americano, lei francese con bambina al seguito, si amano e cercano di costruire una vita insieme. Le cose non sono così facili come sembra. Alla base c'è un'enorme quantità di materiale sul senso della vita visto anche in prospettiva religiosa. Questo motiva la potentissima presenza di Javier Bardem nel ruolo di un sacerdote colto da dubbi e due riferimenti fondamentali per il cristianesimo: la Lettera ai Romani (che è il fondamento della fede) e la Lettera agli Efesini (alla base della concezione cristiana dei rapporti tra uomo e donna). Va detto che quest'ultimo passaggio è stato edulcorato, in modo lodevole, dagli aspetti più maschilisti presenti in San Paolo. Secondo questa chiave di lettura il rapporto tra uomo e donna diventa lo specchio del rapporto tra esseri umani e Dio.

Al di là del significato, che in Malick ha l'ambizione di parlare individualmente a chi sceglie liberamente di seguirlo, l'aspetto preponderante della pellicola è ancora una volta una cura meticolosa nell'inquadratura e nei movimenti di macchina, sempre distinti da una precisione ai limiti del parossistico. Non un film destinato a tutti dunque, ma sicuramente dedicato a chi ama il cinema nella sua essenza più pura e priva di compromessi.

La frase:
"Non c'era nulla tra noi. Piacere. Lussuria".

a cura di Mauro Corso

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