02 Settembre 2012 - Conferenza
"To the Wonder"
Intervista al cast.
di Francesco Lomuscio

L'americano classe 1943 Terrence Malick sembra averci preso gusto.
Infatti, sebbene una volta si facesse vivo dietro la macchina da presa soltanto occasionalmente, come testimoniò il tempo trascorso tra la sua opera seconda "I giorni del cielo", del 1978, e "La sottile linea rossa", di ben vent'anni dopo, da quando ha avuto inizio il XXI secolo ha provveduto a concepire lungometraggi l'uno dietro l'altro.
Infatti, a "The new world-Il nuovo mondo", datato 2005, hanno fatto seguito "The tree of life", interpretato da Sean Penn e Brad Pitt sei anni dopo, e "To the wonder", presentato in concorso presso la sessantanovesima Mostra d'arte cinematografica di Venezia.
Un'operazione piuttosto simile alla precedente e in occasione della cui conferenza stampa di presentazione, presso il Lido, ha visto approdare la protagonista Olga Kurilenko e i produttori Sarah Green, Nicolas Gonda e Paolo Del Brocco; oltre alla nostra Romina Mondello, che nella pellicola ricopre un piccolo ruolo.
Grandi assenti, il regista, poco propenso, da sempre, a farsi vedere in pubblico, il protagonista Ben Affleck e Javier Bardem, entrambi impegnati in altri lavori.


Come mai nel film vi siete concentrati su un amore precario?
Sarah Green: L'amore è l'emozione più misteriosa di tutte, è incontrollabile. Quella raccontata nel film è la storia di due persone che si amano, ma non riescono a vivere insieme.
Olga Kurylenko: Quando una coppia si separa, molte volte non significa che l'amore finisca. Le persone si separano per molti motivi e, nel caso del mio personaggio l'amore, è eterno. Lei e il suo compagno si separano, poi tornano insieme e riprovano a costruire qualcosa, perché non è la quotidianità della vita che ci porta ad andare avanti, ma, appunto, l'amore.

Molto del personaggio di Olga viene espresso attraverso i gesti e i movimenti…
Olga Kurylenko: I film di Terrence sono molto visivi, nell'immagine è contenuto tutto il resto. A noi lui ha detto di non parlare e ci ha convinti che il silenzio è più importante delle parole.

Romina Mondello, invece, cosa può dirci della sua esperienza su questo set?
Romina Mondello: Malick concede agli attori una generosa libertà che, a volte, è solo apparente. Alcuni lo descrivono come un regista maniacale, ma, di sicuro, è un uomo molto profondo, capace di scavare nell'anima. I suoi film sono fatti di immagini meravigliose e, sia il corpo che la parola, in essi hanno un'importanza che si equivale.

Olga è rimasta stupita dalla chiamata di Malick?
Olga Kurylenko: E' stato fantastico incontrare Terrence, perché io amo i suoi film. Durante la mia audizione era presente ed io non me n'ero accorta. Sul set mi ha dato grande libertà; dopo il provino abbiamo parlato a lungo e mi ha descritto il personaggio. Terry è un po' un veggente e, dal momento in cui mi ha incontrata, ha capito tutto di me. E' un uomo con una sensibilità fuori dal comune.

Vi ha chiesto di fare ricerche particolari per i vostri personaggi?
Olga Kurylenko: A me ha fatto rileggere "I fratelli Karamazov", "L'idiota" e "Anna Karenina", che già avevo letto dieci anni fa.
Romina Mondello: Dopo aver incontrato Terrence a casa sua, ad Austen, sono arrivata in Oklahoma conoscendo solo il nome del mio personaggio, Anna. Ho ricevuto un vero copione in cui veniva descritta Anna e mi ha stupito la conoscenza di me che il regista aveva.

Nel film i detenuti che appaiono sono reali, così come i malati che il sacerdote di Bardem assiste…
Sarah Green: Il passato del personaggio interpretato da Bardem non è chiaro, ma l'interazione, con gli abitanti della cittadina in cui abbiamo girato, è stata molto intensa. Di fronte alle persone malate che lui cerca di aiutare a guarire il sacerdote ritrova la fede. Questa realtà, quindi, era nella cittadina e, a volte gli abitanti quasi dimenticavano che Javier fosse un attore. Gli parlavano proprio come se fosse un vero prete.

Terrence Malick legge le critiche ai suoi film?
Sarah Green: No, ma semplicemente perché è un artista interamente concentrato sulla sua opera.

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